Il quotidiano statunitense New York Times ha recentemente analizzato le fluttuazioni della politica estera della Casa Bianca riguardo alla guerra tra Ucraina e Russia, mettendo in luce le contraddizioni e le incertezze che hanno caratterizzato il mandato di Donald Trump dal suo ritorno alla presidenza. L’articolo, datato 31 dicembre 2025, offre uno sguardo approfondito su come le dichiarazioni e le azioni del presidente si siano susseguite in un contesto di tensione internazionale.
Le oscillazioni della politica di Trump
La ricostruzione del New York Times evidenzia il percorso tortuoso di Trump in relazione al conflitto ucraino. Dalla sua affermazione che la Russia fosse “invincibile” fino a insulti rivolti a Volodymyr Zelensky, il presidente ha alternato posizioni drastiche. Prima delle elezioni del novembre 2024, Trump aveva promesso di risolvere la crisi in tempi record, affermando: “La farò finire in 24 ore”. Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa, con una serie di annunci che hanno dimostrato la complessità della situazione.
Un aspetto centrale della strategia di Trump è stato il suo rapporto con Vladimir Putin. Il presidente americano ha espresso la convinzione di avere un legame solido con il leader russo, tanto da affermare: “La Russia è mia, non tua”, in un colloquio con il generale Keith Kellogg, suo inviato speciale per l’Ucraina. La tensione è emersa anche nei confronti di Zelensky, descritto da Trump come “un idiota” dopo un acceso scambio durante un incontro alla Casa Bianca.
I momenti critici degli incontri tra Trump e Zelensky
Un episodio significativo è stato il vertice tra Trump e Zelensky, avvenuto a febbraio 2025, che ha visto un acceso battibecco. Kellogg aveva preparato il presidente ucraino, consigliandogli di esprimere gratitudine agli Stati Uniti e di evitare di mostrare immagini di prigionieri. L’incontro, trasmesso in diretta, si è concluso in modo drammatico con Trump che ha dichiarato: “Non hai nessuna carta in mano”, portando all’allontanamento della delegazione ucraina.
Questo incontro ha segnato un punto di svolta nei rapporti tra Washington e Kiev, che sono stati caratterizzati da alti e bassi. La decisione di interrompere le forniture di armi, annunciata dal segretario alla guerra Pete Hegseth, ha intensificato il clima di incertezza. Le autorità ucraine hanno chiesto chiarimenti sul supporto americano, esprimendo la loro preoccupazione riguardo alla reale volontà degli Stati Uniti di sostenere la loro causa.
La questione del Donbass e le prospettive di pace
Il piano di Trump per porre fine al conflitto ha incluso discussioni sulla cessione del Donbass alla Russia, un’idea che ha sollevato forti resistenze in Ucraina. Il presidente ha minimizzato l’importanza della regione, affermando: “Il Donetsk? In America non sappiamo nemmeno dov’è”. Tuttavia, la questione rimane irrisolta, con l’Ucraina che continua a chiedere garanzie di sicurezza e un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti.
Nel frattempo, la Russia ha mantenuto una posizione ferma, continuando a bombardare e rimanendo inflessibile nelle sue richieste territoriali. La situazione resta complessa, con le prospettive di una risoluzione pacifica che sembrano lontane. La guerra continua a influenzare le dinamiche geopolitiche, mentre gli Stati Uniti si trovano a dover gestire un equilibrio delicato tra supporto a Kiev e dialogo con Mosca.
