Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto il suo undicesimo discorso di fine anno il 31 dicembre 2025, nello studio alla Vetrata del Palazzo del Quirinale. Con un tono diretto e colloquiale, si è rivolto ai cittadini italiani, con il famoso manifesto del referendum del 2 giugno 1946 e una copia della Costituzione visibili accanto a lui. Queste immagini richiamano l’ottantesimo anniversario della Repubblica, previsto per il 2026, e il discorso ha enfatizzato l’importanza di riflettere sul passato per costruire un futuro migliore.
Un’introduzione suggestiva ha preceduto il discorso, mostrando il Palazzo del Quirinale dall’alto con un drone, mentre il clima festivo natalizio era rappresentato da un albero e un presepe proveniente dalla Reggia di Caserta. Nel suo messaggio, il presidente ha descritto l’anno che si chiude come “non facile”, esprimendo la speranza per tempi migliori e ponendo l’accento sulla necessità di pace. Ha parlato della devastazione in Ucraina e Gaza, sottolineando come la negazione della pace da parte di alcuni sia “ripugnante”.
Mattarella ha proseguito spiegando che la pace è un modo di pensare, che deve iniziare dalla vita quotidiana e coinvolgere ogni aspetto della società, sia a livello internazionale che all’interno delle comunità. Ha citato le parole di Leone XIV, che ha esortato a respingere l’odio e a praticare il dialogo e la riconciliazione. Il presidente ha invitato i cittadini a non sentirsi impotenti di fronte alle difficoltà, ma a impegnarsi per la libertà e la pace, valori fondanti della Repubblica.
Ottant’anni della Repubblica nel 2026
Il 2026 segnerà un’importante ricorrenza: gli ottant’anni della Repubblica. Mattarella ha descritto questo anniversario come un momento significativo, ricordando il primo voto delle donne, che ha conferito alla Repubblica un carattere democratico indelebile. Ha sottolineato come la Repubblica rappresenti un cambiamento fondamentale nella storia italiana, riconoscendo i diritti inviolabili e la libertà delle persone.
Il presidente ha ricordato che la democrazia italiana, sebbene giovane, è dinamica e ha avuto un ruolo cruciale nella costruzione dell’Europa. Ha citato la firma dei Trattati di Roma nel 1957 e il piano Marshall come pilastri della ricostruzione italiana. Questi eventi hanno consolidato le relazioni transatlantiche e l’integrazione europea, fondamentali per il percorso del Paese.
Riforme e identità nazionale
Mattarella ha evidenziato come una grande stagione di riforme abbia cambiato il profilo dell’Italia, citando la riforma agraria e il Piano casa, che richiamano le difficoltà attuali delle giovani coppie nel trovare abitazioni. Ha parlato degli anni del miracolo economico, sottolineando l’importanza del lavoro come leva fondamentale per lo sviluppo e il riconoscimento dei diritti dei lavoratori.
Il presidente ha anche menzionato l’istituzione del servizio sanitario nazionale come una conquista decisiva, garantendo cure gratuite e universali. Ha sottolineato il valore della cultura, dell’arte e della musica nel rafforzare l’identità nazionale e il ruolo della Rai nel garantire pluralismo e coinvolgimento popolare.
Resilienza contro il terrorismo
Il discorso ha toccato anche il tema delle stragi e del terrorismo, ricordando le vittime tra magistrati, giornalisti e forze dell’ordine. Mattarella ha affermato che l’Italia ha dimostrato di essere più forte del terrore, grazie all’unità delle forze politiche e sociali. Ha celebrato lo sport come un elemento di coesione e come messaggero di pace, citando le Olimpiadi di Roma del 1960 e i prossimi giochi di Milano-Cortina.
Ha dedicato un pensiero particolare a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simboli della lotta contro la mafia, il cui esempio continua a ispirare le nuove generazioni. Mattarella ha descritto gli ottant’anni della Repubblica come un mosaico, evidenziando i progressi compiuti dall’Italia nel mondo, dalla manifattura alla cultura, fino alla sicurezza internazionale.
Affrontare le sfide del presente
Il presidente ha concluso il suo messaggio parlando delle sfide attuali, tra cui le povertà, le disuguaglianze e la corruzione. Ha esortato i cittadini a impegnarsi per mantenere la coesione sociale, un bene prezioso che richiede responsabilità da parte di tutti. Rivolgendosi ai giovani, Mattarella ha sottolineato che nessun ostacolo è più forte della democrazia e ha invitato i giovani a non rassegnarsi, ma a scegliere il proprio futuro con coraggio e determinazione.
Il discorso di fine anno, della durata di circa 15 minuti, ha mantenuto una media simile a quella degli anni precedenti, confermando la tradizione di comunicazione diretta e significativa del Capo dello Stato.
