In un contesto di crescente tensione geopolitica, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti si trovano al centro di dinamiche complesse che coinvolgono il Yemen. Mentre il mondo osserva con attenzione gli sviluppi legati al riconoscimento del Somaliland da parte di Israele come “stato indipendente e sovrano”, le crisi interne e le rivalità regionali riaccendono l’interesse per la situazione yemenita. Questi eventi giungono in un momento in cui l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe trovarsi ad affrontare nuove sfide diplomatiche.
La crisi in Yemen e le decisioni del governo yemenita
Lo Yemen è da anni teatro di una crisi umanitaria devastante, aggravata da conflitti interni e tensioni regionali. La guerra civile, che oppone il governo yemenita agli Houthi, sostenuti dall’Iran, ha portato alla dichiarazione di stato d’emergenza da parte di Rashad al-Alimi, capo del Consiglio presidenziale yemenita, il 15 gennaio 2025. Al-Alimi, considerato vicino a Riad, ha disposto la chiusura di porti e confini per 72 ore e ha annunciato la cessazione del patto di difesa con gli Emirati Arabi Uniti, in risposta all’escalation delle tensioni nel sud del Paese.
Le recenti azioni del governo yemenita evidenziano la fragilità della situazione. Il Consiglio di transizione del sud, sostenuto dagli Emirati, sta intensificando le sue attività , e le forze della coalizione a guida saudita hanno condotto operazioni militari nel porto di Mukalla, nel governatorato di Hadramaut. Questa operazione è stata una risposta diretta a minacce percepite da parte del Consiglio di transizione, accusato di tentare di espandere il proprio controllo nella regione, che confina con l’Arabia Saudita.
Il ministero degli Esteri saudita ha espresso preoccupazione per la sicurezza nazionale, sottolineando la necessità che gli Emirati Arabi Uniti ritirino le loro forze dal territorio yemenita entro 24 ore e pongano fine a qualsiasi supporto militare. Tuttavia, rimane incerta la natura delle forze emiratine presenti in Yemen, mentre il ministro saudita della Difesa ha chiesto una transizione pacifica dei governatorati contesi.
Relazioni sauditi-emirati e le difficoltà diplomatiche
Le relazioni tra Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti si sono complicate negli ultimi anni. Entrambi i Paesi, storicamente alleati nella lotta contro gli Houthi, ora si trovano a fronteggiare obiettivi divergenti. Mentre Riad sostiene l’idea di uno Yemen unito, Abu Dhabi ha mostrato interesse per la creazione di un’entità separata nel sud del Paese. Gli analisti osservano che il Consiglio di transizione del sud ha acquisito un controllo significativo sulla regione meridionale, mettendo a rischio la stabilità dell’intero Yemen.
Mukalla, situata a circa 500 chilometri a nordest di Aden, è diventata un punto focale per le operazioni militari. Gli Houthi, che controllano il nord del Paese, hanno avvertito della possibilità di attacchi contro qualsiasi presenza israeliana nel Somaliland, una regione strategicamente importante nel Golfo di Aden. Questo scenario complica ulteriormente le dinamiche regionali, con Israele che ha recentemente attaccato obiettivi in Yemen in risposta a minacce percepite dagli Houthi.
Le implicazioni strategiche per Israele
Il riconoscimento del Somaliland da parte di Israele rappresenta un passo significativo per il Paese, che cerca di espandere la propria influenza nella regione del Mar Rosso. Secondo esperti, Israele sta cercando alleati strategici per contenere l’influenza iraniana e garantire la sicurezza dei propri interessi. La presenza di Israele nel Somaliland potrebbe fornire accesso a operazioni militari più vicine alle aree di conflitto, in particolare contro gli Houthi.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il Mar Rosso è una via di transito cruciale per armi e combattenti. Gli analisti avvertono che una presenza israeliana potrebbe avere ripercussioni significative non solo per gli Houthi, ma anche per l’intera regione. La necessità di stabilire una rete di alleanze e una strategia di sicurezza è diventata sempre più urgente per Israele, che cerca di affrontare le sfide derivanti dalle tensioni regionali.
