Il 30 dicembre 2025, il ministero della Difesa della Bielorussia ha annunciato che i missili Oreshnik sono ora operativi. Questi missili, secondo le informazioni fornite da Mosca, possono raggiungere una gittata di 5500 chilometri e velocità che arrivano fino a Mach 10, rendendoli estremamente difficili da intercettare. La notizia ha suscitato preoccupazioni in Europa, in particolare per l’Occidente, che vede in questo dispiegamento una minaccia reale.
Il dispiegamento dei missili Oreshnik in Bielorussia
I vertici militari bielorussi hanno confermato che un battaglione di lanciamissili Oreshnik ha iniziato il suo servizio di combattimento nelle aree designate del paese. Questa operazione segna un passo importante nel rafforzamento della difesa bielorussa e nella cooperazione con la Russia, alleato strategico di Minsk. Il ministero ha indicato che tutte le operazioni preliminari necessarie per il dispiegamento sono state completate, consentendo ai missili di entrare in servizio attivo. La Bielorussia, quindi, si posiziona come un attore chiave in questo contesto di crescente tensione geopolitica, con l’Europa che si trova a pochi chilometri dalle nuove basi di lancio.
Caratteristiche e potenziale minaccia dei missili
I missili Oreshnik non solo possiedono una gittata impressionante, ma possono essere equipaggiati con testate convenzionali o nucleari. Questo fatto li rende un’arma versatile e potenzialmente devastante, non solo per l’Ucraina, ma anche per gran parte dell’Europa. Con la loro attivazione, la distanza tra le basi di lancio e i principali centri abitati dell’Europa Occidentale si riduce drasticamente. Le specifiche tecniche di questi missili rappresentano una sfida significativa per le difese aeree europee, che potrebbero trovarsi in difficoltà nell’intercettare una minaccia di tale portata.
Il contesto geopolitico attuale
L’annuncio del dispiegamento dei missili Oreshnik arriva in un momento delicato per i negoziati di pace tra Ucraina e Russia. Mosca ha recentemente accusato Kiev di aver lanciato un attacco con 91 droni contro una delle residenze del presidente Vladimir Putin, aggravando ulteriormente le tensioni. L’introduzione di questi missili nel teatro di operazioni potrebbe complicare ulteriormente le dinamiche del conflitto, portando a un’escalation della situazione. Il missile Oreshnik è stato utilizzato per la prima volta nel novembre 2024, quando la Russia ha testato questa nuova arma nel colpire la regione di Dnipro, segnando un cambiamento significativo nelle sue capacità militari.
L’implementazione di questa tecnologia avanzata da parte della Bielorussia e della Russia non fa altro che intensificare l’attenzione internazionale su un conflitto che continua a destare preoccupazione in tutto il mondo.
