La stagione invernale ha preso il via, riportando la montagna al centro dell’attenzione, specialmente in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina che si svolgeranno tra poche settimane. Le vette innevate non solo attirano gli appassionati di sport invernali, ma hanno anche un impatto benefico su chiunque si avventuri in questi paesaggi. La montagna, infatti, non è solo un luogo di svago, ma può innescare veri e propri cambiamenti interiori.
Il benessere psicologico in montagna
Quando ci allontaniamo dalla valle e ci dirigiamo verso la cima, cosa accade nel nostro corpo e nella nostra mente? Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista di spicco, spiega che la sensazione di benessere che proviamo non è solo un’illusione romantica, ma un fenomeno biologico e psichico profondo. Le neuroscienze hanno dimostrato che l’altezza e l’attività fisica agiscono come un potente reset per il nostro cervello. Lucattini sottolinea come il confronto con la grandezza delle montagne e l’atto simbolico dello sci possano aiutarci a riconnetterci con un io più autentico. La vastità e il silenzio della montagna attivano dimensioni profonde della vita psichica, facilitando l’emergere di esperienze emotive intense e rigenerative.
I benefici dello sci per i giovani
Ma quali sono i vantaggi specifici dello sci, in particolare per i bambini e gli adolescenti? Lucattini evidenzia che questo sport coinvolge sia il corpo che la mente, migliorando la propriocezione, l’equilibrio e la capacità di adattare i movimenti al terreno e alla velocità . La progressione nelle tecniche sciistiche e il controllo durante le discese rafforzano l’autostima e il senso di competenza. In psicoanalisi, questo processo è legato alla funzione dell’io osservante, ovvero la capacità di percepirsi mentre si agisce. Recenti studi pubblicati su “Frontiers of Public Health” nel 2025 hanno dimostrato che le attività all’aperto in ambienti naturali portano a una significativa riduzione dello stress e a un miglioramento della regolazione emotiva.
Lo sci come strumento di crescita emotiva
Lucattini approfondisce l’aspetto psicologico dello sci, definendolo un micro-laboratorio emotivo. Ogni discesa affronta temi come la paura, l’attivazione fisiologica e il controllo. Le esperienze sensoriali, come il contatto con la neve, il vento e la velocità , stimolano la mente e aiutano a prendere decisioni operative. La relazione tra solitudine e presenza dell’altro è fondamentale per l’autonomia emotiva, con l’atleta che vive un senso di continuità dell’essere, mantenendo il proprio nucleo identitario anche in situazioni di sfida.
Il ruolo della montagna nell’infanzia
Perché è cruciale avvicinare i bambini allo sci fin da piccoli? Secondo Lucattini, lo sci combina gioco, avventura e apprendimento fisico. La naturale plasticità dei bambini consente loro di apprendere schemi motori in modo intuitivo, creando un imprinting fisico ed emotivo duraturo. Le esperienze sensoriali primarie, come il sole e la neve, si fissano nella memoria implicita, formando la base per le future regolazioni psico-emotive. La presenza costante di un adulto, sia un genitore che un maestro, offre una base sicura e favorisce la costruzione di un io forte capace di affrontare le frustrazioni.
Lo sci come antidoto allo stress
Lo sci può davvero essere considerato un rimedio allo stress? Lucattini afferma che sì, poiché migliora il tono muscolare, l’elasticità e la capacità cardiovascolare. L’altitudine aumenta la produzione di globuli rossi, con effetti positivi che si prolungano anche dopo il rientro. La montagna offre una detossificazione sensoriale, grazie al silenzio e all’aria pulita, consentendo a bambini e adulti di allontanarsi dal sovraccarico sensoriale quotidiano. In questo contesto, il silenzio svolge un ruolo trasformativo, permettendo l’emergere del pensiero e l’elaborazione delle emozioni. Lo sci crea un ambiente che sostiene l’apparato psichico, permettendo di metabolizzare le tensioni e ritrovare un equilibrio interiore.
