Lavoro, il curriculum lascia il posto a un innovativo sistema di assunzione

Marianna Ritini

Dicembre 30, 2025

Una recente indagine mette in luce un cambiamento significativo nel modo in cui le aziende valutano i candidati per le assunzioni. Sempre più datori di lavoro stanno dando priorità alle competenze piuttosto che all’esperienza lavorativa tradizionale. Questo approccio innovativo, evidenziato nel rapporto “The State of Skills-Based Hiring” dell’azienda olandese TestGorilla, si basa su un campione di oltre tremila partecipanti, tra cui dipendenti e datori di lavoro.

Il 30 dicembre 2025, è stato reso noto che la percentuale di datori di lavoro che, durante i colloqui, si concentra sulle competenze è aumentata fino a raggiungere il 56%. Questa evoluzione segna una netta inversione rispetto al passato, quando il curriculum era l’elemento centrale nel processo di assunzione, un metodo in uso dagli anni Settanta. Con l’emergere di nuove tecnologie e l’importanza crescente delle competenze pratiche, il panorama delle assunzioni sta cambiando radicalmente.

I vantaggi del nuovo approccio

I risultati della ricerca indicano chiaramente i benefici di un sistema di assunzione basato sulle competenze. I datori di lavoro che adottano questo metodo, che comprende valutazioni e test pratici, hanno riportato un miglioramento significativo nella qualità dei candidati e del lavoro svolto. Secondo lo studio, il numero di assunzioni ritenute “errate” è diminuito dell’88%, portando a una riduzione dei costi legati alle nuove assunzioni, fino al 74%.

Il 92% dei datori di lavoro coinvolti nell’indagine ha affermato che l’assunzione basata sulle competenze è più efficace nell’identificare i talenti rispetto al tradizionale curriculum. Inoltre, oltre l’80% ha sottolineato che questo metodo è più predittivo del successo lavorativo e che i nuovi dipendenti tendono a rimanere più a lungo nelle loro posizioni. I datori di lavoro, mettendo alla prova i candidati su come gestirebbero le responsabilità quotidiane, sono in grado di selezionare i candidati più adatti, superando la mera valutazione delle esperienze passate.

Questo approccio non solo avvantaggia le aziende, ma offre anche opportunità migliori ai lavoratori. La maggior parte degli intervistati ha espresso la convinzione che l’assunzione basata sulle competenze possa livellare le condizioni e aumentare le possibilità di ottenere un lavoro soddisfacente e in linea con le proprie aspirazioni.

Il declino delle lauree

Con l’ascesa delle assunzioni basate sulle competenze, si osserva anche una diminuzione dell’importanza delle lauree nel processo di selezione. Sempre più aziende, seguendo l’esempio di importanti realtà industriali, stanno abbandonando il requisito del titolo di studio per attrarre una forza lavoro più diversificata.

David Meads, ex CEO di Cisco, ha commentato questa tendenza in un’intervista a Fortune, ponendo l’accento sul fatto che molti laureati escono dall’università gravati da debiti e si chiedeva se un titolo di studio fosse realmente più vantaggioso di un’esperienza lavorativa pratica, che consente di affrontare situazioni reali. Ha affermato che, per lui, l’atteggiamento e l’attitudine sono più rilevanti di qualsiasi qualifica accademica.

Questa evoluzione nel mondo del lavoro riflette una crescente necessità di adattamento alle dinamiche moderne, dove le competenze pratiche e l’abilità di affrontare sfide reali sono sempre più apprezzate dai datori di lavoro. La trasformazione in atto potrebbe segnare un nuovo capitolo nel reclutamento, con un focus sempre maggiore sulle capacità individuali piuttosto che sui titoli formali.

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