Le manifestazioni in Iran stanno prendendo piede, coinvolgendo un numero sempre maggiore di partecipanti. Il 30 dicembre 2025, gli studenti universitari hanno dato vita a proteste in diverse città, tra cui la capitale Teheran e Isfahan, come riportato da fonti locali. I video condivisi sui social media mostrano chiaramente l’intensità di queste mobilitazioni, che sono partite dai campus universitari.
Mobilitazioni studentesche in aumento
Gli studenti universitari iraniani hanno iniziato a unirsi alle manifestazioni contro il governo, scendendo in piazza da diverse università. Secondo l’agenzia di stampa Ilna, le proteste hanno coinvolto istituzioni accademiche di rilievo come l’Università di Beheshti, l’Università Khajeh Nasir, la Sharif University, l’Amir Kabir University, l’Università delle Scienze e delle Tecnologie e l’Università di Tecnologia di Isfahan. Le mobilitazioni sono state caratterizzate da slogan e canti che riflettono il malcontento diffuso tra i giovani iraniani.
Le manifestazioni sono state amplificate dall’uso dei social media, dove gli studenti hanno condiviso momenti salienti delle loro proteste. Questo ha permesso di dare visibilità a un movimento che si oppone non solo alle difficoltà economiche, ma anche alla repressione politica. La partecipazione attiva degli studenti segna un cambiamento significativo nel panorama delle proteste in Iran, tradizionalmente dominato da altre categorie sociali.
Messaggi di protesta e solidarietà
Durante le manifestazioni, gli studenti hanno espresso il loro dissenso attraverso slogan emblematici. Alla Sharif University, per esempio, hanno intonato il coro “né Gaza né Libano, la mia vita per l’Iran“, evidenziando un forte senso di identità nazionale e il rifiuto di conflitti esterni. Questo tipo di messaggio risuona fortemente tra i giovani, che si sentono frustrati dalla situazione attuale del Paese.
All’Università di Tecnologia di Isfahan, gli studenti hanno risposto con un altro slogan potente: “L’iraniano muore, ma non accetta l’umiliazione“. Questa frase non solo esprime l’orgoglio nazionale, ma sottolinea anche la determinazione dei giovani a non accettare passivamente le condizioni di vita imposte dal governo. Le proteste, quindi, non si limitano a una mera espressione di malcontento, ma si configurano come un vero e proprio movimento sociale che cerca di affrontare questioni più ampie legate ai diritti umani e alla giustizia sociale.
Le mobilitazioni studentesche stanno quindi assumendo un ruolo centrale nel contesto delle proteste iraniane, contribuendo a dare voce a una generazione che chiede cambiamento e miglioramenti significativi nella propria vita quotidiana. La crescente partecipazione degli studenti potrebbe rappresentare un punto di svolta per le dinamiche di opposizione nel Paese, con implicazioni che potrebbero estendersi oltre il contesto universitario.
