Droni ucraini attaccano la residenza di Putin: analisi priva di prove e dati errati

Lorenzo Di Bari

Dicembre 30, 2025

La Russia ha recentemente accusato l’Ucraina di aver lanciato un attacco aereo con 91 droni contro la residenza di Vladimir Putin, situata a Valdai, nell’oblast di Novgorod. Questa accusa, emersa il 30 dicembre 2025, ha sollevato numerosi dubbi e scetticismi, soprattutto da parte del governo ucraino, che ha definito tali affermazioni “menzogne“. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha prontamente respinto le accuse, evidenziando la fragilità delle prove presentate da Mosca.

Il contesto dell’accusa russa

Il presunto attacco, avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, ha portato a una telefonata tra Putin e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nella quale il leader russo ha informato il suo omologo americano dell’incidente. Nonostante l’assenza di prove concrete, Trump ha criticato l’Ucraina, sostenendo la versione del Cremlino. La Russia ha ricevuto messaggi di solidarietà da vari paesi, tra cui India e Iran, dopo aver denunciato l’attacco.

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha dichiarato che le forze ucraine avrebbero lanciato i droni a lungo raggio, ma non sono state fornite prove tangibili che corroborino questa affermazione. L’Institute for the Study of War (ISW), un think tank americano che monitora la guerra in corso, ha messo in discussione la veridicità delle accuse, sottolineando l’assenza di evidenze osservabili, come filmati o dichiarazioni di autorità locali, che possano confermare l’attacco.

Analisi dell’Institute for the Study of War

L’ISW ha esaminato l’episodio, evidenziando che le accuse di Lavrov non si allineano con i modelli tipici di attacchi ucraini precedenti. Secondo il think tank, gli attacchi confermati in Russia di solito sono documentati da prove concrete, come filmati geolocalizzati e resoconti di incendi o esplosioni. Tuttavia, in questo caso, non è stato trovato alcun materiale visivo o testimonianze che possano avvalorare le affermazioni russe.

Lavrov ha parlato di 91 droni abbattuti, ma questo numero contrasta con le dichiarazioni del Ministero della Difesa russo, che ha affermato di aver abbattuto 47 droni. Questa discrepanza mette ulteriormente in discussione la credibilità dell’accusa. In passato, Kiev ha condotto operazioni militari nell’oblast di Novgorod, ma il Cremlino non ha fornito prove a sostegno delle sue affermazioni riguardo a un attacco mirato alla residenza di Putin.

Il ruolo dei media e le testimonianze locali

La testata di opposizione “Sota” ha pubblicato un’inchiesta sul presunto attacco, riportando che i residenti di Valdai non hanno sentito le difese aeree in funzione durante la notte in questione. I droni avrebbero dovuto attraversare uno spazio aereo russo fortemente protetto, sorvegliato da sistemi di difesa aerea e altre risorse militari. Gli esperti ritengono che, per colpire la residenza di Putin, sarebbe necessaria sia una straordinaria abilità operativa che una grave negligenza da parte delle forze russe.

Da agosto 2025, la Russia ha incrementato il numero di sistemi di difesa aerea a protezione di Valdai, passando da due a dodici. Questo aumento di sicurezza rende ancora più difficile credere a un attacco non rilevato, suggerendo che l’accusa potrebbe essere parte di una strategia di propaganda piuttosto che un reale tentativo di attacco.

×