Fisco, lavoro, imprese e famiglie: le novità principali della manovra 2025

Marianna Ritini

Dicembre 29, 2025

La legge di bilancio del 2025, con un valore complessivo di circa 22 miliardi di euro, si appresta a ricevere il voto di fiducia dalla Camera dei Deputati questa sera. Questo provvedimento, che ha visto un incremento rispetto ai 18,7 miliardi iniziali, include una serie di misure significative destinate a sostenere il ceto medio, le pensioni e il mercato del lavoro. L’approvazione finale del disegno di legge è prevista per domani, dopo un lungo e complesso iter legislativo che ha cercato di mantenere saldi i conti pubblici e rassicurare i mercati.

Misure fiscali e agevolazioni per il ceto medio

Una delle principali novità è il taglio delle tasse, che prevede la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50.000 euro. Questa misura rappresenta il secondo step di un percorso avviato nel 2024, volto a ridurre il carico fiscale sui redditi più bassi. Inoltre, la legge introduce una nuova fase di pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali, consentendo ai contribuenti di estinguere i debiti accumulati dal 2000 al 2023 attraverso un piano di pagamento in 54 rate bimestrali, con un tasso d’interesse fissato al 3%.

Le banche e le assicurazioni contribuiranno con oltre 12 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto a quanto inizialmente previsto. Si prevede una riduzione della percentuale di deducibilità per le perdite pregresse delle banche, che passerà dal 43% al 35% nel 2026. Inoltre, l’aumento dell’Irap del 2% escluderà i soggetti con una base imponibile ridotta e introdurrà una franchigia di 90.000 euro.

Impatto sulle pensioni e sul lavoro

Per quanto riguarda le pensioni, la legge prevede importanti modifiche. Viene interrotta la possibilità di accedere alla pensione anticipata cumulando la rendita dei fondi previdenziali complementari. Inoltre, i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci aumenteranno progressivamente, con un abbattimento di 20 milioni di euro dal 2027 fino a 190 milioni nel 2034. Si introduce anche l’obbligo di versamento del TFR al Fondo Inps per le aziende con 50 dipendenti a partire dal primo gennaio 2026.

Relativamente al mercato del lavoro, i benefici fiscali per i contratti rinnovati nel 2024 saranno estesi, permettendo una tassazione agevolata al 5% sugli incrementi retributivi a partire dal primo gennaio 2026 per redditi fino a 33.000 euro. L’esenzione del 50% dei dividendi per i lavoratori sarà prorogata anche per il 2026, mantenendo il limite annuale di 1.500 euro.

Misure per le imprese e investimenti

Le agevolazioni per le imprese che investono in beni strumentali e materiali per la trasformazione digitale sono state prorogate fino al 30 settembre 2028. Gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro beneficeranno di un incremento del 180%, mentre quelli oltre tale soglia e fino a 10 milioni di euro avranno un’agevolazione del 100%. Inoltre, è previsto un credito d’imposta di 1,3 miliardi per la Transizione 4.0, a sostegno delle aziende che hanno esaurito i fondi precedenti.

Per quanto riguarda le tasse sulle transazioni finanziarie, a partire da gennaio 2026, l’aliquota della tobin tax passerà dallo 0,1% allo 0,2% per le cessioni su mercati regolamentati e dallo 0,2% allo 0,4% negli altri casi. Inoltre, l’aliquota sui dividendi per le holding sarà accessibile solo con partecipazioni dirette superiori al 5% o di valore fiscale superiore a 500.000 euro.

Queste misure, sebbene mirate a stimolare la crescita e il sostegno ai cittadini, hanno suscitato dibattiti e attese tra gli esperti e gli operatori economici, mentre il governo continua a lavorare per garantire un bilancio sostenibile e una ripresa economica stabile.

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