Il 28 dicembre 2025, le forze di Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno condotto una serie di perquisizioni in diverse città italiane, tra cui Genova, Milano e Roma, nell’ambito di un’inchiesta su presunti finanziamenti ad Hamas. Le operazioni hanno portato all’arresto di nove persone e al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 1.080.000 euro. Tra gli indagati figura anche l’imam di Torino, Mohamed Shahin, il quale è stato recentemente al centro di controversie legate alla sua espulsione, successivamente annullata dalla Corte d’appello.
Dettagli dell’inchiesta e arresti
L’inchiesta ha rivelato che la cellula guidata da un individuo noto come Hannoun aveva stabilito contatti con diverse persone in Italia, incluso l’imam Shahin, il quale è stato menzionato in diverse conversazioni intercettate. Secondo quanto riportato nell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari, Silvia Carpantini, le indagini si sono concentrate su un network di associazioni benefiche che, secondo le autorità, avrebbero veicolato fondi verso Hamas. Gli arresti e le perquisizioni sono il risultato di un lungo lavoro investigativo che ha coinvolto anche l’analisi di flussi finanziari sospetti.
Perquisizioni e sequestri in diverse città
Le operazioni di polizia hanno interessato un totale di 17 perquisizioni, che hanno coinvolto non solo le sedi dell’Associazione Benefica di Solidarietà col Popolo Palestinese, ma anche abitazioni di privati in diverse città italiane, tra cui Torino, Bologna, Bergamo, Firenze, Monza Brianza, Lodi e Sassuolo. Durante queste perquisizioni, gli agenti hanno rinvenuto ingenti somme di denaro, tra cui circa 560.000 euro nascosti in un vano segreto all’interno di un garage a Sassuolo. Inoltre, sono stati sequestrati computer e dispositivi elettronici, alcuni dei quali erano stati occultati in modo ingegnoso, come nel caso di un alloggio in provincia di Lodi.
Materiale riconducibile ad Hamas
L’operazione ha portato alla scoperta di materiale riconducibile ad Hamas in vari luoghi perquisiti. Tra gli oggetti sequestrati, una bandiera di Hamas è stata trovata nell’abitazione di uno degli indagati, insieme a circa 6.000 euro in contante. Gli agenti hanno anche rinvenuto opuscoli e una chiavetta USB contenente anāshīd, canti corali tradizionali islamici celebrativi del movimento. Questi elementi sono stati considerati significativi nel contesto dell’inchiesta e saranno analizzati nei prossimi giorni per comprendere meglio il coinvolgimento delle persone indagate nella rete di finanziamento.
Le indagini proseguono, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle modalità di finanziamento e sui legami tra le associazioni coinvolte e Hamas, in un contesto di crescente attenzione verso il fenomeno del terrorismo internazionale.
