Conti pubblici, l’Italia ottiene il consenso di mercati e Ue: la crescita è la nuova sfida

Franco Fogli

Dicembre 28, 2025

L’Italia si appresta a chiudere il 2025 con una crescita economica limitata, stimata al 0,5%, un dato nettamente inferiore rispetto alle previsioni formulate un anno fa. Nonostante la stabilità del governo Meloni e una politica di bilancio responsabile, il Paese deve affrontare sfide significative. Tra i fattori che hanno contribuito a questa situazione ci sono le incertezze legate ai dazi americani, il perdurare di conflitti internazionali e l’instabilità dei mercati finanziari. Questi elementi hanno avuto un impatto negativo sulla ripresa economica, come evidenziato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che ha sottolineato come il consolidamento fiscale abbia limitato ulteriormente la crescita del prodotto interno lordo (PIL).

Debito e credibilità del Paese

L’Italia si trova a gestire un debito pubblico che supera il 136% del PIL, una situazione aggravata dall’impatto del Superbonus. Questo ha reso necessario un consolidamento dei conti, il quale ha portato a una maggiore credibilità nei confronti degli investitori. Attualmente, lo spread si attesta a circa 70 punti, il livello più basso dal 2009, permettendo così un risparmio significativo sugli interessi sul debito. La disciplina fiscale, con l’obiettivo di mantenere il deficit sotto il 3%, ha portato a promozioni da parte delle agenzie di rating, un evento raro negli ultimi decenni. Moody’s ha recentemente elevato il rating dell’Italia a Baa2, il primo incremento in 23 anni, mentre Dbrs ha riportato il Paese nella categoria ‘A’, e Fitch ha già promosso l’Italia a BBB+.

Prospettive sul deficit e sul debito

Il deficit italiano, attualmente fissato al 3%, è atteso in calo, con previsioni che indicano una diminuzione sotto questa soglia già nella primavera del 2026. Secondo le stime, il deficit potrebbe scendere al 2,8% nel 2026, al 2,6% nel 2027 e al 2,3% nel 2028. Nonostante il peso del Superbonus, il debito è sotto controllo. Per il 2025, il rapporto debito/PIL è previsto al 136,2%, con un incremento al 137,4% nel 2026, ma si prevede una inversione di tendenza a partire dal 2027. Il PIL del 2025, che mostra una crescita programmata di 0,5%, è significativamente ridotto rispetto alla previsione iniziale di +1,2%.

Riforme fiscali e crescita sostenibile

L’Italia si trova ora di fronte alla sfida di ripensare il proprio modello di crescita, spostando l’attenzione dall’export ai consumi interni. Mentre i principali Paesi dell’Unione Europea, come la Germania e la Francia, affrontano difficoltà economiche, l’Italia cerca di diversificare i propri mercati, puntando a nuove opportunità in America Latina, Emirati e Asia. Per il biennio 2026-2027, si prevede una crescita dell’0,7% per ciascun anno, con un incremento a 0,8% nel 2028, sostenuto dai consumi e dagli investimenti. La manovra finanziaria di 22 miliardi di euro include un taglio della seconda aliquota IRPEF per il ceto medio, passando dal 35% al 33%, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori con redditi fino a 50.000 euro.

In questo contesto, il pacchetto di misure per le imprese, il super ammortamento triennale e gli stanziamenti per la Transizione 4.0 rappresentano interventi cruciali per stimolare la crescita economica.

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