Il 22 dicembre 2025, presso l’Università Federico II di Napoli, si è svolta una conferenza organizzata dalla sezione locale dell’ANPI, intitolata “Russofilia, russofobia, verità ”. L’evento ha attirato l’attenzione mediatica non solo per il tema trattato, ma anche per le tensioni che si sono verificate durante il suo svolgimento. Secondo l’ambasciata russa, l’Italia starebbe affrontando un serio rischio di “ucrainizzazione” della sua politica e della vita pubblica, un’affermazione che ha sollevato un acceso dibattito.
Il contesto dell’evento a Napoli
La conferenza ha visto la partecipazione di figure pubbliche di spicco, tra cui il professor Angelo D’Orsi e l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, durante l’incontro, i due relatori sarebbero stati aggrediti da un gruppo di nazionalisti ucraini, supportati da attivisti italiani, tra cui membri del partito +Europa. La Tass ha descritto l’episodio come un “agguato” orchestrato da diverse decine di individui che, mascherati da ascoltatori, avrebbero indossato magliette di sostegno all’Ucraina, creando un’atmosfera di ostilità .
Le tensioni non si sono limitate all’interno della sala, ma si sono estese anche all’esterno, dove si sono registrate scene di conflitto. Video diffusi sui social network mostrano le dinamiche di quanto accaduto, evidenziando il clima di scontro che ha caratterizzato l’evento. La presenza di attivisti con posizioni fortemente schierate ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione e sul rispetto del dibattito pubblico in Italia.
Le dichiarazioni dell’ambasciata russa
In un comunicato pubblicato su Facebook, l’ambasciata russa ha espresso preoccupazione per la crescente “ucrainizzazione” della politica italiana, accusando alcuni esponenti politici di essere complici di tali condotte. L’ambasciata ha sottolineato che il sostegno incondizionato ai “sostenitori del regime neonaÂzista e terrorista di Kiev” sta portando all’importazione di comportamenti violenti e intolleranti in Italia, come crudeltà , radicalismo e xenofobia.
L’ambasciata ha inoltre fatto riferimento a un episodio specifico, citando gli auguri di morte che il presidente ucraino avrebbe rivolto a Vladimir Putin nel suo messaggio di Natale. Questo gesto è stato descritto come un chiaro segnale delle conseguenze che l’ “ucrainizzazione” potrebbe avere sulla società italiana. La comunicazione ha chiuso con un appello di solidarietà verso i cittadini italiani che, secondo l’ambasciata, sarebbero vittime di aggressioni da parte di nazionalisti ucraini e di politici italiani considerati irresponsabili.
Le reazioni e le implicazioni politiche
Il caso di Napoli ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione e sulla capacità di affrontare argomenti controversi in un contesto accademico. La presenza di D’Orsi e Di Battista, entrambi critici nei confronti della narrativa ufficiale riguardante il conflitto in Ucraina, ha messo in evidenza le divisioni esistenti all’interno della società italiana. Entrambi i relatori sostengono l’idea di una “guerra per procura” condotta dall’Occidente contro la Russia, una posizione che ha attirato critiche ma anche un certo seguito.
In un contesto più ampio, questo episodio potrebbe influenzare le dinamiche politiche italiane, specialmente in un periodo in cui l’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno intensificando il loro sostegno all’Ucraina. Le dichiarazioni dell’ambasciata russa e le reazioni suscitate dall’evento di Napoli potrebbero portare a un’escalation delle tensioni diplomatiche tra Italia e Russia, con ripercussioni sulle relazioni internazionali.
Il 2025 si presenta come un anno cruciale per la politica italiana, e l’episodio di Napoli potrebbe rappresentare un punto di svolta nel dibattito pubblico su temi delicati come la guerra in Ucraina e il ruolo dell’Italia nel contesto geopolitico attuale.
