Il 24 dicembre 2025, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito che la Russia sta avanzando lungo tutto il fronte in Ucraina. Tuttavia, le affermazioni del Cremlino non sembrano riflettere la realtà del conflitto in corso. Putin ha messo in evidenza successi parziali, ma la sua strategia appare mirata a rafforzare la posizione russa in vista di futuri negoziati, con l’obiettivo dichiarato di ottenere il pieno controllo del Donbass, regione che l’Ucraina non ha intenzione di cedere.
Il contesto in cui si muove Putin è complicato da un altro fattore: il presidente non riceve informazioni accurate riguardo all’andamento della guerra. Le comunicazioni che giungono al Cremlino tendono a distorcere la realtà , creando un quadro che non corrisponde a quanto accade realmente sul campo di battaglia.
I report gonfiati
Secondo un’inchiesta del Financial Times, basata su testimonianze di due funzionari, i report forniti a Putin sarebbero sistematicamente falsati. Le perdite ucraine vengono amplificate, mentre la superiorità russa in termini di uomini e mezzi viene enfatizzata. Le scelte strategiche errate vengono omesse, contribuendo a una visione distorta della situazione. Gli aggiornamenti più recenti, forniti dal generale Valeri Gerasimov, comandante delle forze armate russe, e dal ministro della Difesa Andrei Belousov, hanno presentato un quadro estremamente ottimista, con affermazioni su conquiste realizzate e successi imminenti.
Questi report avrebbero creato un’illusione di vittoria, portando Putin a credere che l’Ucraina sia prossima al collasso e che la Russia possa raggiungere i suoi obiettivi. Tuttavia, analisi condotte dall’Institute for the Study of War, un think tank americano che monitora le operazioni, hanno messo in evidenza che, al ritmo attuale, la Russia impiegherebbe tra i 2 e i 3 anni per conquistare solo il Donbass.
Il Cremlino ingannato?
A Mosca, si è instaurato un circolo vizioso: i rapporti imprecisi influenzano le decisioni del Cremlino, spingendo a intensificare gli sforzi per ottenere una vittoria che viene considerata quasi inevitabile nel lungo periodo. In questo contesto, la ricerca di una soluzione negoziale non è vista come una priorità .
Putin, oltre a ricevere aggiornamenti costanti sull’operazione in Ucraina, si confronta anche con i suoi consiglieri di fiducia riguardo all’economia russa. In questo ambito, i report sembrano riflettere in modo più accurato la realtà , descrivendo la guerra come un “peso crescente”. Un funzionario russo ha recentemente lanciato un allarme riguardo a una possibile crisi bancaria, come riportato dal Washington Post. Una fonte accademica, vicina a diplomatici di alto livello del Cremlino, ha dichiarato che il 2026 sarà il “primo anno difficile” dall’inizio dell’invasione, evidenziando le sfide economiche che la Russia si trova ad affrontare.
