Negato il visto a cinque funzionari europei, tra cui Breton: è di nuovo caccia alle streghe?

Franco Fogli

Dicembre 24, 2025

La tensione tra Stati Uniti ed Europa si intensifica con l’inasprimento delle relazioni diplomatiche. Il 24 dicembre 2025, il governo americano ha imposto un divieto di ingresso a cinque funzionari europei, accusati di aver attuato misure di censura nei confronti delle piattaforme online. Tra i nomi coinvolti spicca quello di Thierry Breton, ex commissario europeo per il Mercato interno, che ha espresso il suo disappunto attraverso un post su X, paragonando la situazione attuale a una “caccia alle streghe di McCarthy“.

Chi sono i cinque funzionari colpiti

Il divieto, come riportato dalla sottosegretaria di Stato Sarah Rogers, non riguarda solo Thierry Breton. Infatti, sono stati esclusi anche Anna-Lena von Hodenberg e Josephine Ballon, direttori dell’organizzazione tedesca HateAid, nota per il suo impegno nella lotta contro gli abusi online. Von Hodenberg, in particolare, è stata insignita dell’ordine federale al merito della Repubblica tedesca nel mese di ottobre per il suo lavoro contro la violenza digitale.

In aggiunta, il divieto di accesso colpisce Imran Ahmed, fondatore del Center for Countering Digital Hate US/UK, e Clare Melford, fondatrice del Global Disinformation Index, un ente britannico che si dedica alla lotta contro la disinformazione e l’odio online. HateAid ha definito il provvedimento americano come un “atto di repressione”, mentre Breton ha ricordato che il 90% del Parlamento europeo e tutti i 27 Stati membri hanno approvato il Digital Service Act (DSA) all’unanimità, sottolineando che “la censura non è dove pensate che sia”.

Ballon e von Hodenberg, in una nota congiunta, hanno affermato di non essere sorprese dalla decisione americana, confermando la loro determinazione a non essere intimidite da un governo che utilizza accuse di censura per silenziare chi difende i diritti umani e la libertà di espressione.

La reazione della Francia

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha espresso una ferma condanna nei confronti delle affermazioni del segretario di Stato americano Marco Rubio, il quale ha definito le leggi europee come un attacco alle piattaforme americane e al popolo statunitense. Barrot ha sottolineato che il DSA è stato adottato democraticamente in Europa per garantire che ciò che è illegale offline lo sia anche online, senza alcuna portata extraterritoriale che possa influenzare gli Stati Uniti. Ha affermato che i popoli europei sono sovrani e non possono permettere che le regole del loro spazio digitale siano imposte da altri.

Inizialmente, il dipartimento di Stato americano aveva descritto i cinque funzionari come “attivisti radicali” e le loro organizzazioni come “strumentalizzate” per promuovere misure di censura da parte di stati stranieri, sostenendo che stessero guidando sforzi organizzati per costringere le piattaforme americane a censurare e sopprimere le opinioni contrarie. Rubio ha ribadito su X che per troppo tempo gli ideologi europei hanno cercato di punire i punti di vista americani, promettendo che l’amministrazione Trump non tollererà ulteriori atti di censura extraterritoriale. Ha anticipato che il dipartimento di Stato prevede di estendere i divieti di ingresso a figure di spicco del “complesso industriale della censura” globale, qualora non si verifichino cambiamenti significativi.

×