Influenza: le novità introdotte dalla variante K secondo l’esperto

Marianna Ritini

Dicembre 23, 2025

Il 23 dicembre 2025, Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla diffusione della super influenza durante il periodo natalizio. La variante K del virus influenzale sta attirando l’attenzione, specialmente in un contesto in cui le scuole sono chiuse a causa dell’aumento delle infezioni tra i bambini di età compresa tra 5 e 14 anni. Tuttavia, le festività, con pranzi e cene, potrebbero rappresentare occasioni favorevoli per la trasmissione del virus, sollevando preoccupazioni tra la popolazione.

Rezza ha chiarito che, contrariamente alle paure diffuse, “la variante K non sembra essere più aggressiva” rispetto alle varianti precedenti. Il professore ha spiegato che la presenza di nuove mutazioni durante la stagione influenzale, come già osservato in Australia, tende a prolungare la curva epidemica a causa dell’aumento della popolazione suscettibile. Quando il virus, con lievi mutazioni, inizia a circolare nell’emisfero Nord, si diffonde più rapidamente, in particolare tra i bambini sotto i 4 anni, aumentando così il rischio di contagio per le persone anziane, più vulnerabili a complicanze.

L’aumento dei casi non sorprende

Rezza ha sottolineato che, come previsto, i casi di infezioni respiratorie acute stanno aumentando in questo periodo. Tra queste, i virus influenzali, e in particolare il sottotipo H3N2, sono predominanti. La variante K, derivante da mutazioni di questo sottotipo, si sta affermando come la più comune. L’andamento dei casi attuali sembra simile a quello della stagione 2023-2024. Nonostante l’ampliamento dei criteri di monitoraggio, non si osservano anomalie significative rispetto agli anni precedenti.

Il professore ha previsto che, se la curva epidemiologica seguisse l’andamento di due anni fa, ci si potrebbe aspettare un picco intorno alla fine dell’anno, a differenza dello scorso anno, quando il picco si è verificato a fine gennaio. Tuttavia, ha avvertito che tali previsioni sono difficili da fare, poiché dipendono dall’evoluzione del numero di casi.

Il vero problema

Rezza ha messo in guardia sul fatto che, anche dopo il picco, la curva epidemica potrebbe rimanere elevata per un periodo prolungato. Il vero rischio si presenta quando le mutazioni del virus riducono l’efficacia del vaccino. In tali casi, un aumento delle infezioni tra gli anziani e le persone fragili potrebbe portare a un incremento dei casi gravi e conseguentemente a una congestione delle strutture sanitarie.

Per questo motivo, il professore ha ribadito l’importanza di vaccinare le persone anziane, pur non aspettandosi un’efficacia molto elevata del vaccino contro la variante K. Secondo i dati provenienti dall’Inghilterra, il vaccino potrebbe proteggere gli anziani dalla malattia in meno della metà dei casi, ma tale protezione potrebbe comunque ridurre il rischio di sviluppare forme gravi della malattia. Rezza ha concluso invitando a prestare attenzione nel proteggere gli anziani, suggerendo di evitare contatti con loro in caso di febbre o sintomi respiratori.

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