Calenda critica Benigni: “Il suo intervento è superficiale, la resistenza ucraina è dignitosa”

Lorenzo Di Bari

Dicembre 23, 2025

Il dibattito sulle guerre ha riacceso tensioni tra il segretario di Azione, Carlo Calenda, e l’attore Roberto Benigni, dopo le recenti dichiarazioni di quest’ultimo durante il programma “Che tempo che fa“. L’episodio, andato in onda il 21 dicembre 2025, ha visto Benigni esprimere un forte dissenso nei confronti della guerra, sostenendo che le armi dovrebbero essere “messe in un museo”. La reazione di Calenda non si è fatta attendere, scatenando un acceso confronto sui social media.

Le parole di Carlo Calenda

Il 23 dicembre 2025, Carlo Calenda ha pubblicato un post sul suo profilo ufficiale X, criticando le affermazioni di Benigni. Nel suo intervento, il senatore ha dichiarato: “Ogni volta che si parla di guerra in modo indistinto si compie un errore storico e morale”. Calenda ha sottolineato che gli ucraini, che resistono contro l’invasione russa, non devono essere considerati in modo volgare, ma piuttosto come simboli di amore per la libertà. Ha paragonato il loro coraggio a quello dei partigiani italiani e dei soldati americani e inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Calenda ha anche descritto il discorso di Benigni come “di una banalità sconcertante”, affermando che rischiare la vita per la libertà di un popolo è un atto di grandezza. Ha evidenziato che il rifiuto di riconoscere tale grandezza è un segno di una “malattia dell’anima”, che porta a una visione meschina ed egoista del concetto di libertà. La sua dichiarazione ha suscitato un ampio dibattito, con molti utenti dei social media che si sono schierati da una parte o dall’altra.

Il messaggio di Roberto Benigni

Durante la sua apparizione a “Che tempo che fa”, Roberto Benigni ha espresso un’opinione netta e provocatoria sulla guerra. Ha affermato che “le armi dovrebbero essere messe in un museo” e ha criticato l’idea di umanizzare la guerra, sostenendo invece che la guerra deve essere abolita. Benigni ha descritto la guerra come “un’immensa volgarità”, sottolineando che chi la conduce è altrettanto volgare. Ha richiamato l’articolo 11 della Costituzione italiana, che ripudia la guerra, suggerendo che tale principio dovrebbe essere adottato in tutte le costituzioni del mondo.

Questo scambio di opinioni ha messo in luce le differenze di visione tra due figure pubbliche di spicco in Italia, evidenziando il complesso dibattito sulla guerra e la pace. Mentre Calenda si concentra sulla necessità di riconoscere la lotta per la libertà, Benigni pone l’accento sull’assurdità della guerra e sulla necessità di una sua totale abolizione.

La polarizzazione di queste posizioni ha attirato l’attenzione non solo dei media, ma anche del pubblico, che continua a discutere il significato e le implicazioni di tali dichiarazioni in un contesto internazionale sempre più instabile.

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