Il 22 dicembre 2025, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto a Apple una multa di 98,6 milioni di euro per abuso di posizione dominante. Questa sanzione si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le pratiche commerciali delle grandi aziende tecnologiche, in particolare riguardo alla gestione della privacy nell’App Store. Le regole imposte da Apple sono state ritenute penalizzanti per gli sviluppatori di applicazioni su iOS, creando un ambiente di mercato sfavorevole.
Le motivazioni della sanzione
L’AGCM ha riscontrato che Apple ha violato l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) riguardo alla fornitura di piattaforme per la distribuzione di applicazioni. In questo settore, Apple detiene una posizione di assoluto predominio grazie al suo App Store. La multa di 98.635.416,67 euro è stata comminata a diverse entità del gruppo Apple, tra cui Apple Inc., Apple Distribution International Ltd e Apple Italia S.r.l..
Nel corso di un’indagine approfondita, l’AGCM ha collaborato con la Commissione Europea e altre autorità nazionali della concorrenza, oltre al Garante per la Protezione dei Dati Personali. È emerso che la App Tracking Transparency policy, introdotta da Apple ad aprile 2021, impone regole restrittive agli sviluppatori di terze parti. Questi ultimi sono obbligati a ottenere un consenso specifico per la raccolta e il trattamento dei dati per scopi pubblicitari, attraverso un’interfaccia imposta da Apple, nota come App Tracking Transparency prompt. Tuttavia, questa modalità non soddisfa appieno i requisiti normativi in materia di privacy, costringendo gli sviluppatori a ripetere la richiesta di consenso.
Le conseguenze per gli sviluppatori e il mercato
L’AGCM ha evidenziato che le condizioni della App Tracking Transparency policy sono imposte in modo unilaterale da Apple, danneggiando gli interessi dei partner commerciali. Le regole, secondo l’Autorità , non sono proporzionate rispetto all’obiettivo di garantire la privacy degli utenti, come sostenuto dalla stessa Apple. Questa situazione ha portato a un ambiente di lavoro difficile per gli sviluppatori, che si trovano a dover affrontare oneri aggiuntivi e complessità nella gestione della privacy.
La decisione dell’AGCM rappresenta un passo significativo nel monitoraggio delle pratiche commerciali delle grandi aziende tecnologiche e potrebbe avere ripercussioni più ampie sul modo in cui queste aziende gestiscono la privacy e i dati degli utenti. Il caso di Apple potrebbe fungere da esempio per altre aziende del settore, spingendole a rivedere le loro politiche e pratiche per evitare sanzioni simili.
La multa inflitta ad Apple non è solo un segnale di avvertimento per l’azienda, ma anche un richiamo per l’intero settore, sottolineando l’importanza di pratiche commerciali eque e trasparenti. L’attenzione crescente delle autorità di regolamentazione sulla privacy e sulla concorrenza potrebbe portare a ulteriori sviluppi e cambiamenti significativi nel panorama delle applicazioni e dei servizi digitali.
