Allerta aviaria: esperti avvertono su una possibile pandemia globale

Marianna Ritini

Dicembre 21, 2025

La situazione degli uccelli selvatici in Italia è diventata estremamente allarmante, con la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (Izs) che sta monitorando attentamente ogni segnale d’allerta. Nel 2025, l’emergenza legata all’influenza aviaria si fa sentire sempre di più, con esperti che avvertono di un potenziale rischio di pandemia causato da un virus influenzale trasmesso da uccelli migratori. Questo virus, in particolare il ceppo H5N1, è stato identificato come la principale minaccia per la salute pubblica, suscitando preoccupazione tra virologi ed epidemiologi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc).

La diffusione del virus

La diffusione dell’influenza aviaria sta raggiungendo livelli senza precedenti. Isabella Monne, dirigente veterinario presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha dichiarato che il virus H5N1 si è adattato ai volatili migratori e ha viaggiato in tutto il mondo. “Oggi ci troviamo di fronte a una ‘panzoozia’, l’equivalente della pandemia per gli esseri umani”, ha affermato Monne. Questo virus ha raggiunto ogni continente, inclusa l’Oceania, dove sono stati segnalati casi in un’isola sub-antartica. La situazione è complicata dalla capacità del virus di colonizzare ambienti diversi, da quelli gelidi a quelli aridi, mettendo a dura prova le misure di contenimento.

Cos’è l’influenza aviaria?

L’influenza aviaria è una malattia dei volatili causata da un virus influenzale, in particolare dal ceppo H5N1, noto per la sua capacità di trasmettersi dagli uccelli selvatici agli animali da allevamento, come polli e tacchini. Antonia Ricci, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha spiegato che il virus ha mostrato la capacità di “saltare” tra le specie, rappresentando una minaccia anche per l’uomo. Il centro di riferimento nazionale per questa malattia, attivo presso l’Izs delle Venezie, si occupa di sorvegliare gli animali e l’interfaccia tra esseri umani e animali, cercando di prevenire eventuali focolai.

La situazione in Italia

Attualmente, in Italia si registrano circa venti focolai di influenza aviaria, soprattutto negli uccelli selvatici. Ricci ha rassicurato che, per ora, i virus circolanti non presentano caratteristiche particolarmente pericolose per gli esseri umani. Tuttavia, la situazione rimane sotto attenta osservazione, poiché la continua presenza di uccelli infetti rappresenta un rischio per gli allevamenti avicoli. La stagione attuale segna un picco di influenza aviaria, rendendo cruciale il monitoraggio e la risposta tempestiva.

Le misure di prevenzione

Calogero Terregino, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria, ha sottolineato l’importanza di misure preventive che iniziano mesi prima dell’arrivo degli uccelli migratori. Tali misure comprendono la regolamentazione degli allevamenti e la chiusura degli animali nei capannoni per evitare il contatto con gli uccelli selvatici. La sorveglianza è parte integrante del Piano Nazionale di Sorveglianza, prevedendo controlli periodici negli allevamenti e misure straordinarie in caso di rilevamento del virus.

Sorveglianza su altre specie

La collaborazione tra allevatori e veterinari è essenziale per garantire la biosicurezza e la prevenzione. Terregino ha evidenziato che il rischio per l’uomo è attualmente considerato basso, ma è fondamentale monitorare anche altre specie come cani e gatti, oltre agli operatori degli allevamenti. La consapevolezza del rischio di una nuova pandemia legata all’influenza aviaria ha portato allo sviluppo di vaccini specifici per il settore veterinario, utili per proteggere gli animali da allevamento e ridurre l’impatto delle epidemie. La Commissione Europea ha anche autorizzato gli Stati membri a fornire vaccini per la profilassi degli allevatori e veterinari esposti.

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