Ucraina, raid aereo russo colpisce Odessa: il bilancio è di almeno 8 vittime

Lorenzo Di Bari

Dicembre 20, 2025

I droni ucraini hanno recentemente colpito una piattaforma petrolifera russa situata nel Mar Caspio, segnando un nuovo capitolo nel conflitto tra Ucraina e Russia. Questo attacco avviene in un contesto di crescente tensione, mentre i rappresentanti di Mosca e Washington si preparano a incontrarsi a Miami per discutere possibili accordi di pace. Le trattative, che si svolgeranno nel fine settimana, vedranno la partecipazione di figure chiave come Kirill Dmitriev, inviato del presidente russo Vladimir Putin, e Steve Witkoff, emissario del presidente statunitense Donald Trump.

Attacco a Odessa

La notte del 20 dicembre 2025, un attacco con missili balistici ha devastato le infrastrutture portuali dell’oblast di Odessa, nel sud dell’Ucraina, provocando la morte di almeno otto persone e ferendo altre 27. Il Servizio statale di emergenza ucraino ha confermato l’accaduto, evidenziando che alcune vittime si trovavano a bordo di un autobus che è stato colpito dall’esplosione. Le autorità locali hanno descritto l’attacco come “massiccio”, avvenuto poco dopo un allerta per minaccia missilistica lanciata dall’aeronautica ucraina.

Il governatore dell’oblast, Oleh Kiper, ha denunciato l’intensità dell’attacco, che ha provocato anche incendi tra i veicoli parcheggiati nell’area portuale. Le infrastrutture di Odessa sono state frequentemente bersaglio di attacchi russi, causando interruzioni nei servizi essenziali come l’acqua e l’elettricità. Solo la notte precedente, un raid con droni aveva già danneggiato altre strutture nella regione, costringendo la Moldavia a chiudere temporaneamente alcuni valichi di frontiera.

Droni ucraini colpiscono piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio

Dall’inizio di dicembre 2025, i droni ucraini hanno colpito una quarta piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio, evidenziando un’escalation della campagna di Kiev contro il settore energetico russo. Fonti della sicurezza ucraine hanno confermato che l’ultimo attacco ha preso di mira strutture appartenenti al gruppo Lukoil, costringendo alla sospensione delle operazioni sull’impianto.

Precedenti attacchi avevano già inflitto danni a piattaforme nei giacimenti di Filanovsky e Korchagin, interrompendo la produzione in vari pozzi. Nonostante la distanza di circa 900 chilometri dall’Ucraina, il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha dichiarato che queste operazioni fanno parte di una strategia più ampia mirata a ridurre le entrate petrolifere e del gas della Russia, considerate vitali per il finanziamento del conflitto in corso. Le autorità russe e Lukoil non hanno fornito dettagli sui danni, ma secondo fonti non ufficiali, la produzione sarebbe stata sospesa in più siti offshore.

La situazione rimane tesa mentre le parti coinvolte continuano a cercare una soluzione diplomatica al conflitto, con gli occhi puntati sugli sviluppi delle trattative in corso a Miami.

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