Candida auris: ricerca identifica un potenziale punto debole del fungo temuto negli ospedali

Franco Fogli

Dicembre 20, 2025

La Candida auris, un fungo patogeno identificato per la prima volta nel 2008, continua a rappresentare una grave minaccia per la salute pubblica. Con un tasso di mortalità che raggiunge il 45%, questa infezione è particolarmente insidiosa, colpendo in modo devastante i pazienti gravemente malati, specialmente quelli sottoposti a ventilazione meccanica. Gli ospedali, luoghi di cura, si trovano a fronteggiare un nemico invisibile che può resistere a tutte le principali classi di farmaci antimicotici, rendendo il trattamento e l’eradicazione della malattia estremamente complessi.

La minaccia della Candida auris

La Candida auris è stata definita un “fungo killer” a causa della sua capacità di infettare i pazienti e della difficoltà nel trattarla. Sebbene possa apparire innocua sulla pelle di molte persone, la sua virulenza emerge in contesti ospedalieri, dove ha causato epidemie in oltre 40 paesi. La sua natura misteriosa, unita alla resistenza ai farmaci, ha portato gli esperti a considerarla una minaccia globale. Recentemente, un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, ha pubblicato uno studio sulla rivista Nature Communications Biology, suggerendo che potrebbe essere stato individuato un possibile punto debole del patogeno.

Nuove scoperte nella ricerca

Il team di ricerca ha utilizzato un approccio innovativo, impiegando larve di pesce per studiare l’attivazione genica durante l’infezione. I risultati hanno mostrato prospettive promettenti per l’identificazione di bersagli per lo sviluppo di nuovi farmaci o per il riutilizzo di terapie già esistenti. Hugh Gifford, co-direttore della ricerca presso il Centro di micologia medica dell’ateneo, ha sottolineato l’urgenza di ulteriori studi per verificare se le scoperte possano tradursi in trattamenti efficaci contro la Candida auris.

Gifford ha ricordato come la Candida auris abbia causato danni significativi nelle unità di terapia intensiva, costringendo le strutture sanitarie a investire ingenti somme per tentare di eradicare l’infezione. Uno dei principali ostacoli nella lotta contro questo patogeno è la sua resistenza alle alte temperature, il che ha portato a ipotizzare origini marine. La ricerca ha quindi dovuto adattarsi, e il team di Exeter ha trovato un modello efficace utilizzando il pesce Arabian killifish, le cui uova possono sopravvivere a temperature simili a quelle del corpo umano.

Prospettive future e implicazioni cliniche

Il coautore senior dello studio, Rhys Farrer, ha evidenziato l’importanza della scoperta riguardo ai geni attivi durante l’infezione. Questi geni possono fornire indicazioni non solo sull’origine della Candida auris, ma anche su potenziali bersagli per nuovi farmaci. L’analisi ha rivelato che alcuni geni sono attivati per cercare e catturare il ferro, suggerendo che il patogeno potrebbe provenire da ambienti marini con scarsità di questo minerale.

Il lavoro del team di Exeter offre nuove prospettive per il trattamento della Candida auris. Gifford ha affermato che esistono già farmaci che potrebbero essere riutilizzati per combattere questa infezione mortale. La ricerca continua, con l’obiettivo di trovare soluzioni pratiche per prevenire la mortalità associata a questa malattia e garantire la sicurezza nei reparti di terapia intensiva.

Un finanziamento ha sostenuto la creazione di un modello di larve di pesce come alternativa agli studi condotti su topi e zebrafish. Katie Bates, responsabile dei Finanziamenti per la Ricerca di NC3Rs, ha commentato l’utilità di questo modello per ottenere informazioni dettagliate sugli eventi cellulari e molecolari negli ospiti infetti, promettendo avanzamenti significativi nella comprensione e nel trattamento della Candida auris.

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