Un nuovo bonus per le famiglie italiane che decidono di iscrivere i propri figli a scuole paritarie è stato recentemente introdotto. Maurizio Lupi, esponente di Noi Moderati, ha annunciato che un emendamento alla legge di Bilancio, firmato dalla senatrice Maria Stella Gelmini, è stato approvato il 15 marzo 2025 al Senato. Questo provvedimento prevede l’erogazione di 20 milioni di euro per l’anno 2026 destinati al cosiddetto “Buono scuola”. Le famiglie potranno beneficiare di un contributo di fino a 1.500 euro a studente iscritto a una scuola paritaria secondaria di primo grado (medie) o al primo biennio di una scuola paritaria di secondo grado (superiori). È importante notare che l’accesso a questo contributo è riservato a famiglie con un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 30.000 euro. Lupi ha sottolineato che le scuole paritarie, a tutti gli effetti, fanno parte del sistema pubblico di istruzione e rappresentano un’opzione valida e legittima per le famiglie.
Valditara: “Un passo verso la libertà educativa”
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, ha commentato l’approvazione dell’emendamento, definendola una vittoria significativa per il diritto di scelta educativa delle famiglie. Secondo Valditara, l’introduzione del “buono scuola” segna un importante traguardo per garantire che anche le famiglie meno abbienti possano esercitare questa libertà. Ha evidenziato che il dialogo tra le forze di maggioranza e il governo ha permesso di raggiungere questo obiettivo, frutto di un impegno che dura da decenni.
Il ministro ha anche fatto notare che le risorse destinate alla scuola italiana stanno aumentando. Per il 2026, il bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Merito subirà un incremento di circa 960 milioni di euro, portando l’incidenza della spesa per l’istruzione sul bilancio statale dal 6,2% al 6,3%. Inoltre, Valditara ha anticipato che è in fase di approvazione un altro emendamento che prevede 20 milioni di euro aggiuntivi per l’acquisto di libri di testo, sempre a favore delle famiglie con difficoltà economiche.
Suor Monia Alfieri: “Un aiuto concreto per le famiglie”
Suor Anna Monia Alfieri, cavaliere al Merito della Repubblica e esperta di politiche scolastiche, ha espresso gratitudine nei confronti del governo, in particolare della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro Valditara, per l’approvazione dell’emendamento. Ha definito questo provvedimento un passo fondamentale verso la garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa, un principio sancito dalla Costituzione italiana.
Alfieri ha sottolineato che il buono scuola sarà assegnato direttamente alle famiglie, conferendo loro maggiore responsabilità nell’educazione dei propri figli. Ha chiarito che questa misura è destinata a sostenere le famiglie meno abbienti, contrariamente alle narrazioni che suggeriscono che i fondi siano destinati esclusivamente a scuole per i più privilegiati. Secondo Alfieri, le scuole paritarie che beneficeranno di questo aiuto sono quelle con rette non superiori al costo medio per studente, garantendo così un accesso equo all’istruzione.
Floridia (M5S): “Tagli alle scuole pubbliche e voucher per le paritarie”
Barbara Floridia, senatrice del Movimento 5 Stelle, ha espresso preoccupazione per la presenza del voucher da 1.500 euro per le scuole private all’interno della manovra, mentre si prevede un taglio di quasi 900 milioni di euro per la scuola pubblica nei prossimi anni. Ha definito questa situazione “inconcepibile” e “indecente”, sottolineando che il governo sta penalizzando le scuole statali a favore di un sostegno economico per le scuole private.
Floridia ha evidenziato le difficoltà già affrontate dagli istituti pubblici, che stanno lottando con tagli agli organici e accorpamenti che mettono a rischio la qualità dell’istruzione. Ha accusato l’attuale governo di favorire le scuole private, ignorando le esigenze delle scuole pubbliche e delle famiglie che vi si affidano. La senatrice ha concluso il suo intervento chiedendo maggiore attenzione alle necessità delle istituzioni pubbliche, che si trovano in una situazione sempre più difficile.
