A bordo delle petroliere, molte delle quali navigano sotto bandiere di paesi diversi, si trova personale russo legato ai servizi segreti e al ministero della Difesa. Questa rivelazione, riportata dalla CNN, mette in luce un aspetto inquietante della guerra tra Russia e Ucraina, che si svolge anche attraverso attività di spionaggio. La flotta russa, nota come “flotta fantasma”, gioca un ruolo cruciale nel trasporto di greggio, fondamentale per l’economia russa, nonostante le sanzioni internazionali.
Attività di spionaggio in mare
Il conflitto tra Russia e Ucraina, che ha visto l’Europa schierarsi a sostegno di Kiev, ha dato vita a un’intensificazione delle operazioni di spionaggio marittimo. Le petroliere, che partono dal Baltico o dal Mar Nero, non si limitano a percorrere rotte commerciali. Secondo quanto riportato dalla CNN, queste navi accolgono a bordo membri dell’equipaggio “a sorpresa”, spesso poco prima di salpare. Le indagini hanno rivelato che, in alcuni casi, la lista dell’equipaggio include nomi russi aggiunti all’ultimo momento, evidenziando la presenza di personale legato alla sicurezza.
Il fulcro dell’operazione
L’organizzazione centrale di queste attività è la società Moran Security, che impiega mercenari e ex membri della Wagner. Sotto la direzione di Vyacheslav Kalashnikov, ex ufficiale dei servizi russi, la Moran ha stabilito forti legami con le forze armate russe. Sanzionata dagli Stati Uniti nel 2024, la compagnia ha visto un aumento della presenza di elementi russi sulle petroliere negli ultimi sei mesi. Secondo le informazioni dell’intelligence ucraina, alcuni di questi “marinai” sono stati coinvolti in attività di sorveglianza e fotografie di strutture militari europee, con l’obiettivo di garantire che ogni operazione avvenga nel migliore interesse del Cremlino.
Il caso della petroliera Boracay
Un esempio emblematico è la petroliera Boracay, che ha cambiato nome e bandiera più volte dopo l’imposizione delle sanzioni. Salpata il 20 settembre 2025 da Primorsk, nel Baltico, la nave ha visto l’arrivo di due russi definiti “tecnici” all’interno di un equipaggio prevalentemente asiatico. Uno di questi era un ex agente dei servizi russi, mentre a luglio un altro membro legato a corpi speciali del ministero della Difesa russo era salito a bordo.
In un episodio significativo, la Boracay ha navigato lungo le coste danesi dal 22 al 24 settembre, proprio mentre un’ondata di droni colpiva l’aeroporto di Copenhagen. Sebbene non vi siano prove dirette che i droni siano partiti dalla petroliera, la nave è stata successivamente fermata al largo della Bretagna. Le autorità francesi hanno arrestato il capitano cinese per non aver rispettato gli ordini, riscontrando anche irregolarità relative all’affiliazione della nave, formalmente registrata con bandiera del Benin.
