Ue, summit difficile sui finanziamenti per l’Ucraina: in gioco i beni russi congelati

Franco Fogli

Dicembre 18, 2025

Il Consiglio Europeo è attualmente in corso a Bruxelles, dove i leader europei si sono riuniti il 16 dicembre 2025 e continueranno a discutere anche il giorno seguente. Al centro dell’agenda vi è la questione cruciale del finanziamento per l’Ucraina per i prossimi due anni. Fonti diplomatiche hanno descritto il summit come “abbastanza complicato”, con il principale tema di discussione che ruota attorno al prestito di riparazione dell’Unione Europea all’Ucraina, che si basa sui beni congelati della Banca centrale della Federazione Russa, ammontanti a 210 miliardi di euro. Di questi, 185 miliardi sono gestiti da Euroclear, un’importante entità belga nel settore finanziario globale.

Fino ad ora, l’unica proposta formalmente in discussione è quella del prestito di riparazione, nonostante la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, avesse accennato a due possibili soluzioni. La prima opzione, un prestito basato sul margine del bilancio comune, è stata presentata con la consapevolezza che sarebbe stata respinta, supportata dalla presidenza danese del Consiglio dell’UE. Inizialmente, erano state contemplate tre opzioni, inclusi trasferimenti diretti dall’Unione ai singoli Paesi, proposta che è stata rapidamente scartata per le preoccupazioni legate ai bilanci nazionali.

Critiche sulla gestione del dossier

A Bruxelles, non mancano le critiche nei confronti della gestione della Commissione su questo tema. Gli ambasciatori stanno lavorando fino a tarda notte per cercare di trovare un accordo su un progetto che diventa sempre più complesso. Anche il Coreper si riunirà nuovamente stasera per discutere e cercare un terreno comune. È evidente che la Danimarca, attualmente alla presidenza di turno, appartiene al gruppo dei Paesi noti come ‘Frugali’, che si oppongono a qualsiasi forma di debito dell’UE, insieme a Germania e Olanda. Tuttavia, le recenti dinamiche geopolitiche hanno portato a un certo ammorbidimento delle posizioni danesi.

La premier Mette Frederiksen ha recentemente sostenuto un aumento delle spese militari, dopo le minacce di Donald Trump riguardo alla Groenlandia. Anche altri leader, come Kaja Kallas dell’Estonia e Valdis Dombrovskis della Lettonia, si sono mostrati cauti riguardo al debito dell’UE, nonostante le loro posizioni siano diventate più flessibili dopo l’invasione russa dell’Ucraina. La divisione tra i Paesi favorevoli e contrari al debito comune, che era stata temporaneamente superata durante la pandemia di Covid-19, sta riemergendo.

Cresce il dissenso sui prestiti con beni russi

Il dibattito sul finanziamento all’Ucraina ha riacceso le tensioni storiche all’interno dell’Unione Europea. L’opzione di un debito comune è stata menzionata, ma data la necessità di unanimità e la contrarietà dell’Ungheria, è stata rapidamente accantonata. Gli ambasciatori stanno ora lavorando sull’unico testo giuridico attualmente sul tavolo, relativo al prestito di riparazione. Tuttavia, ci sono almeno sette Paesi che manifestano riserve sulla proposta della Commissione, tra cui il Belgio, che sta conducendo una dura opposizione, sostenuta dal premier Bart De Wever.

Il Belgio ha espresso preoccupazioni riguardo al rischio di un’operazione legata ai beni russi, un tema che ha unito il Paese contro la proposta. In aggiunta, Italia, Bulgaria e Malta hanno votato a favore del congelamento semi-permanente dei beni russi, un’azione che ha sollevato le ire di Viktor Orban, il quale ha definito questa mossa come una violazione delle normative europee.

La posizione dell’italia e le preoccupazioni di orban

L’Italia ha sostenuto la proposta di congelamento dei beni russi, ma ha anche chiesto di esplorare soluzioni alternative meno rischiose. La Repubblica Ceca, sotto la guida di Andrej Babis, ha dichiarato che non intende contribuire alle garanzie necessarie per il prestito, evidenziando l’atteggiamento non allineato di alcuni Paesi rispetto al sostegno all’Ucraina. Il premier ceco ha anticipato che si negozierà fino all’ultimo minuto del summit.

Il clima attuale suggerisce che l’obiettivo di ottenere un consenso “il più vicino possibile a 26” per il prestito di riparazione è in bilico. Le alternative, come un prestito basato sull’headroom del bilancio dell’UE, richiedono anch’esse unanimità. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha recentemente evidenziato che se la Commissione può utilizzare l’articolo 122 del TFUE per approvare il congelamento degli asset russi a maggioranza, potrebbe applicare lo stesso principio per un prestito.

Le incertezze legate ai bond infruttiferi

Il Belgio, insieme ad altri Paesi, sta spingendo per garanzie chiare e a lungo termine riguardo al prestito, mentre la Commissione sta cercando di mantenere il progetto in carreggiata. Tuttavia, una delle questioni più controverse è che il prestito all’Ucraina sarebbe composto da titoli infruttiferi, una decisione voluta dalla Germania. Questo solleva interrogativi sulla sicurezza finanziaria di Euroclear, che potrebbe subire gravi conseguenze in caso di fallimento.

L’agenzia di rating Fitch Ratings ha messo Euroclear in “credit watch negativo”, avvertendo sui rischi legati alla liquidità e ai contenziosi, sottolineando che il prestito di riparazione deve includere adeguate tutele legali. I dubbi su questa operazione continuano a crescere, con molti Paesi, tra cui l’Italia, preoccupati per l’impatto che un indebolimento dell’euro potrebbe avere sul proprio debito pubblico.

Il Consiglio Europeo si prepara a discutere ulteriormente, con la possibilità di un summit prolungato per affrontare le questioni in sospeso. Le voci di un possibile rinvio della firma del trattato con il Mercosur si intensificano, con la Francia che chiede maggiori garanzie per i propri agricoltori. Mentre i leader europei si preparano a discutere, la tensione rimane alta e le decisioni da prendere sono sempre più complesse.

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