Ue, Meloni esclude l’invio di soldati in Ucraina e invita alla cautela sugli asset russi

Lorenzo Di Bari

Dicembre 18, 2025

Resta aperta la possibilità di garantire supporto all’Ucraina attraverso alleanze internazionali, in particolare dagli Stati Uniti, seguendo il modello dell’articolo 5 del Patto Atlantico. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiarito durante il suo intervento alla Camera dei Deputati, il 9 ottobre 2025, che l’Italia non prevede di inviare soldati in Ucraina. Ha inoltre comunicato che il governo ha approvato un regolamento per l’immobilizzazione dei beni russi, senza però prendere decisioni sul loro utilizzo. Meloni ha delineato la posizione dell’Italia in vista del Consiglio Europeo che si svolgerà oggi e domani a Bruxelles, sottolineando un sostegno a Kiev che non prevede coinvolgimenti militari diretti e una particolare attenzione per la sostenibilità finanziaria e la protezione degli interessi nazionali nei principali temi europei.

Il consiglio europeo e la guerra in ucraina

Nel suo discorso, la premier ha evidenziato che il Consiglio Europeo si concentra nuovamente sulla guerra di invasione russa in Ucraina. Meloni ha riferito della sua partecipazione al vertice di Berlino con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri leader europei, sottolineando un clima di collaborazione e unità. Da quell’incontro è emersa una dichiarazione finale che raccoglie le priorità sostenute dall’Italia nei mesi recenti. Meloni ha esposto i quattro punti chiave che dovrebbero guidare il cammino verso la pace, tra cui il rafforzamento dei legami tra Europa e Stati Uniti, il potenziamento della posizione negoziale dell’Ucraina, la salvaguardia degli interessi europei e la continuazione della pressione su Mosca. Secondo la premier, questa strategia sta portando frutti concreti, evidenziando che la Russia ha registrato solo un modesto avanzamento territoriale in Ucraina dall’inizio del conflitto.

Il piano di pace e le garanzie di sicurezza

Giorgia Meloni ha delineato lo stato attuale delle trattative, affermando che si sta consolidando un pacchetto di aiuti che si articola su tre direttrici: un piano di pace, un impegno internazionale per fornire all’Ucraina garanzie di sicurezza solide e credibili, e accordi per la ricostruzione del Paese aggredito. In merito alle garanzie di sicurezza, Meloni ha ribadito in aula che la proposta di una forza multinazionale è ancora in discussione, ma ha confermato che l’Italia non intende inviare truppe in Ucraina. Rimane sul tavolo l’idea di garantire supporto da parte degli alleati internazionali, in particolare dagli Stati Uniti, seguendo il modello dell’articolo 5 del Patto Atlantico, proposta che, come ha ricordato la premier, è stata avanzata dall’Italia stessa. Per quanto riguarda la questione dei territori, Meloni ha indicato la richiesta russa relativa al Donbass come il punto più difficile da affrontare nelle negoziazioni, sottolineando che ogni decisione dovrà essere presa dalle parti coinvolte senza imposizioni esterne.

La situazione degli asset russi congelati

Un’importante parte del discorso di Meloni ha riguardato la questione degli asset russi congelati, un argomento su cui Palazzo Chigi mantiene una posizione cauta. La presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno italiano al regolamento per l’immobilizzazione, pur non condividendo il metodo adottato, per evitare ambiguità rispetto alla coerenza del sostegno del governo all’Ucraina. Meloni ha affermato che decisioni di questa rilevanza giuridica, finanziaria e istituzionale, compresa quella riguardante l’eventuale utilizzo degli asset congelati, devono essere prese a livello di leader. Roma sostiene il principio che debba essere la Russia a farsi carico dei costi per la ricostruzione, ma richiede che ciò avvenga su una base legale solida e dopo aver valutato i possibili rischi legati a tale proposta, inclusi quelli reputazionali e di ritorsione, oltre a eventuali pesanti oneri per i bilanci nazionali.

Sebbene il tema non fosse formalmente all’ordine del giorno del Consiglio Europeo, Meloni ha fornito un aggiornamento sull’accordo commerciale tra Ue e Mercosur. Questo accordo, che coinvolge Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, mira a creare un’area di libero scambio per 700 milioni di persone. L’Italia manifesta interesse verso questa intesa, ma ritiene prematuro firmarla nei prossimi giorni, come ipotizzato, poiché le misure di protezione per il settore agricolo non sono ancora completamente definite.

Le repliche alle critiche dell’opposizione

Durante le repliche alla Camera, Meloni ha alzato il tono contro le opposizioni, difendendo la linea del governo sia in politica estera che su questioni interne. Rispondendo a chi sostiene che l’Italia debba scegliere tra Europa e Stati Uniti, ha affermato che il Paese non deve avere un ruolo subalterno, dichiarando di non voler adottare una politica estera “da cheerleader”. Meloni ha chiarito che la sua posizione è sempre quella di difendere gli interessi italiani. Ha indirizzato le sue critiche soprattutto al Partito Democratico, sostenendo che l’Europa rischia di diventare irrilevante a causa delle scelte della sinistra nel corso degli anni. Ha inoltre minimizzato le accuse di divisioni nella maggioranza riguardo all’Ucraina, affermando che, sebbene ci sia un confronto, la linea del governo rimane unitaria, contrariamente all’opposizione che si presenta con diverse risoluzioni.

In risposta alle polemiche sul caro vita sollevate dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, Meloni ha definito irresponsabile la narrazione di italiani con il “frigorifero vuoto”, citando dati della Fao che mostrano un calo dell’insicurezza alimentare rispetto all’inizio del suo governo. Non sono mancati battibecchi personali, come la risposta a Angelo Bonelli di Avs, in cui ha dichiarato di non temere un ritorno all’opposizione. Infine, ha chiuso il suo intervento affermando che molte delle accuse ascoltate in Aula non corrispondono alla verità, invitando gli italiani a chiedersi il motivo per cui l’opposizione sente il bisogno di mentire.

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