Soldati russi oltrepassano il confine in Estonia: cresce la tensione nel Baltico

Marianna Ritini

Dicembre 18, 2025

L’ultimo episodio di tensione lungo il fiume Narva ha riacceso i riflettori sulla sfida di Mosca nei confronti dell’Europa. Nella mattina del 17 dicembre 2025, tre guardie di confine russe hanno varcato il confine estone, entrando senza autorizzazione in territorio della NATO. Questo evento è stato riportato dal ministero dell’Interno di Tallinn e dall’emittente pubblica ERR, sottolineando l’importanza della situazione.

L’incidente si è verificato nei pressi della diga dove il fiume Narva si immette nel lago Peipus. I militari russi hanno oltrepassato la linea di controllo, rimanendo sul suolo estone per circa venti minuti, prima di tornare in territorio russo. Il ministro dell’Interno estone, Igor Taro, ha dichiarato che non è chiaro se si sia trattato di un gesto intenzionale, ma ha rassicurato che non esiste una minaccia immediata per la sicurezza nazionale. In risposta, Tallinn ha incrementato le pattuglie di confine e ha programmato incontri con le autorità russe, convocando anche un rappresentante diplomatico di Mosca per ottenere chiarimenti ufficiali. Questo episodio si inserisce in una serie di eventi simili avvenuti negli ultimi mesi, tra cui sorvoli non autorizzati, movimenti anomali di truppe e presenze navali provocatorie. A novembre, una motovedetta russa era stata avvistata sul Narva con il vessillo del gruppo Wagner, mentre a settembre tre caccia MiG-31 avevano violato lo spazio aereo estone.

Il significato politico dell’incidente

L’attraversamento del confine potrebbe sembrare un semplice errore tecnico, ma nel contesto attuale, per un Paese che condivide 294 chilometri di frontiera con la Russia, il significato politico è di grande rilevanza. L’analisi di Elizabeth Braw, pubblicata su Foreign Policy, offre una chiave di lettura fondamentale per comprendere la situazione.

Secondo Braw, Mosca sta attuando sempre più frequentemente azioni che rimangono al di sotto della soglia di un’aggressione militare diretta, utilizzando queste manovre per testare, intimidire e normalizzare la violazione delle regole. Questa strategia, definita “gray-zone aggression”, si compone di piccoli passi ambigui e difficili da sanzionare, che esercitano pressione sugli Stati bersaglio senza attivare automaticamente le clausole di difesa collettiva della NATO. Questa tattica mette in discussione la stabilità della regione e richiede una risposta adeguata da parte delle autorità estoni e della NATO.

Micro-aggressioni e il contesto geopolitico

Il fiume Narva ha già fatto da sfondo a simili micro-azioni. Nella primavera del 2024, guardie di frontiera russe avevano rimosso nottetempo decine di boe che segnalavano il confine marittimo tra Estonia e Russia, collocate sul lato estone del fiume. Questo gesto, apparentemente tecnico, ha reso invisibile la frontiera, sollevando interrogativi sulla legittimità del confine stesso.

Braw evidenzia che queste boe non erano semplici indicatori, ma servivano a prevenire sconfinamenti accidentali da parte di pescatori e piccole imbarcazioni. La loro rimozione ha rappresentato un atto provocatorio, in un contesto già caratterizzato da interferenze GPS e tagli di cavi sottomarini. L’ex presidente estone Toomas Hendrik Ilves ha definito tali azioni “micro-aggressioni geopolitiche”, una strategia di disturbo volta a ricordare ai Paesi confinanti che Mosca può causare problemi in qualsiasi momento.

Le sfide per la NATO

Il vero dilemma che emerge da queste azioni è di natura politica e strategica. Le manovre russe non sono sufficienti a innescare l’articolo 5 del Trattato Atlantico, ma hanno il potenziale di minare la sicurezza e la stabilità della regione. Anche l’articolo 4, che prevede consultazioni in caso di minaccia all’integrità territoriale di uno Stato membro, viene spesso considerato un passo “eccessivo” per episodi di questo tipo.

La mancanza di una risposta chiara potrebbe incentivare ulteriori provocazioni. Se attraversare un confine per venti minuti o rimuovere boe non comporta conseguenze, la tentazione di oltrepassare ulteriormente i limiti aumenta, creando un clima di crescente instabilità.

Una strategia a lungo termine

Le autorità estoni hanno espresso l’intenzione di gestire diplomaticamente l’incidente e di evitare escalation. Tuttavia, il contesto attuale evidenzia una pressione crescente sul fianco orientale della NATO, mentre diversi leader occidentali avvertono della possibilità di un conflitto diretto con la Russia nei prossimi cinque anni.

Braw conclude che difendere i confini oggi implica non solo respingere attacchi militari, ma anche riconoscere e contrastare le violazioni minori, specialmente quando diventano sistematiche. In questa guerra della zona grigia, anche un passo oltre una linea sul fiume può rivelarsi parte di una strategia più ampia e complessa.

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