La situazione demografica in Italia continua a subire cambiamenti significativi, evidenziando un aumento della popolazione anziana e una diminuzione della fascia giovanile. Le donne superano gli uomini in numero e la componente straniera rappresenta il 9,1% della popolazione totale, contribuendo a mitigare il calo demografico. Questi dati emergono dal censimento 2024 dell’Istat, pubblicato il 18 dicembre 2024. Al 31 dicembre 2024, la popolazione residente in Italia è di 58.943.464 persone, con una diminuzione di 27.766 unità rispetto all’anno precedente, corrispondente a un decremento dello -0,5 per mille.
Fluttuazioni demografiche regionali
Il calo demografico non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Le regioni del Sud Italia e delle Isole mostrano decrementi più marcati, con il Sud che registra una flessione di -2,5 per mille e le Isole addirittura -2,8 per mille. Al contrario, il Nord-ovest e il Nord-est vedono un incremento della popolazione, rispettivamente del +1,4 e +1,2 per mille. Le regioni meridionali, in particolare, mostrano variazioni negative, con la Basilicata che raggiunge un picco di -6,1 per mille e l’Umbria con -1,9 per mille. Nel Nord, tranne la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e il Friuli-Venezia Giulia, tutte le altre regioni mostrano una crescita, con la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen che segna il massimo incremento di +4,0 per mille.
La componente straniera, al 31 dicembre 2024, ammonta a 5.371.251 individui, con un incremento di 22,4 per mille rispetto al 2023, contribuendo così a contenere la flessione demografica nazionale e a supportare la lieve crescita nel Nord Italia.
Aumento degli anziani e diminuzione dei giovani
L’età media della popolazione italiana ha raggiunto i 46,9 anni al 31 dicembre 2024, con un incremento di oltre tre mesi rispetto al 2023. La percentuale di individui nella fascia di età 0-14 anni è scesa dal 12,2% all’11,9%, mentre la popolazione attiva (15-64 anni) si attesta al 63,4%, con una leggera diminuzione. In controtendenza, la fascia di popolazione over 65 è aumentata dal 24,3% al 24,7%. I grandi anziani, ovvero coloro che hanno almeno 85 anni, hanno raggiunto i 2.410.000 individui, rappresentando il 4,1% della popolazione totale.
Il fenomeno dell’invecchiamento è evidente in tutto il Paese, con la Campania che si conferma la regione più giovane con un’età media di 44,5 anni, mentre la Liguria risulta la più anziana con 49,6 anni. Il Comune di Ordona, in provincia di Foggia, è il più giovane d’Italia con un’età media di 37,6 anni, mentre Villa Santa Lucia degli Abruzzi, con soli 83 abitanti, ha l’età media più alta di 65,2 anni.
Incremento della popolazione straniera
Al 31 dicembre 2024, la popolazione straniera in Italia ha raggiunto i 5.371.251 individui, con un incremento di oltre 117.000 unità rispetto all’anno precedente. Questa componente rappresenta il 9,1% della popolazione totale, in crescita rispetto all’8,9% del 2023. Il bilanciamento tra i sessi è sostanzialmente mantenuto, con una componente femminile che equivale al 49,9% della popolazione straniera. La crescita più consistente si registra in Lombardia, seguita da Piemonte, Campania e Sicilia.
Il Nord e il Centro Italia si confermano le aree più attrattive per migranti, con tassi migratori interni positivi. Al contrario, nel Sud e nelle Isole si osserva una dinamica interna negativa, con tassi di -2,8 e -2,1 per mille, rispettivamente. L’Emilia-Romagna emerge come la regione con il tasso migratorio interno più elevato, pari a +2,6 per mille, mentre la Basilicata presenta la dinamica migratoria più negativa con -4,8 per mille.
Prevalenza femminile nella popolazione
Le donne superano gli uomini di 1.200.030 unità , costituendo il 51,0% della popolazione residente. Il rapporto di mascolinità è di 96 uomini ogni 100 donne. La maggiore longevità femminile contribuisce a una crescente predominanza di donne nelle fasce di età avanzata. Fino ai 40-44 anni, la popolazione maschile è prevalente, ma a partire dai 45-49 anni le donne iniziano a superare gli uomini, arrivando a rappresentare il 64,6% dei grandi anziani e l’82,4% degli ultracentenari.
A livello regionale, il Molise presenta il rapporto di mascolinità più alto, seguito dal Trentino-Alto Adige. La Liguria, invece, ha il valore più basso, evidenziando le differenze demografiche tra le varie aree del Paese.
