L’analisi condotta dall’Enea ha rivelato previsioni allarmanti riguardo al clima nelle aree montuose italiane. Secondo lo studio, si stima un incremento delle temperature estive che potrebbe raggiungere i +4,5 °C, mentre in autunno il rialzo potrebbe attestarsi attorno ai +3,5 °C. Queste proiezioni, pubblicate il 18 dicembre 2025, evidenziano anche una diminuzione delle precipitazioni, con un aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, come temporali e alluvioni, specialmente durante la stagione autunnale nelle Alpi.
Dettagli dello studio Enea
La ricerca, coordinata dalla dottoressa Maria Vittoria Struglia, si basa su proiezioni climatiche regionali ad alta risoluzione che permettono di valutare con precisione gli impatti del cambiamento climatico attesi entro il 2100. Struglia sottolinea l’importanza di tali proiezioni per sviluppare strategie di adattamento che considerino le specificità territoriali e stagionali. Il team ha effettuato simulazioni sia per il clima passato, dal 1980 al 2014, sia per il clima futuro, dal 2015 al 2100, utilizzando tre scenari socioeconomici e climatici.
Questi scenari variano da politiche di sostenibilità ambientale a modelli di sviluppo che non pongono la decarbonizzazione al centro delle loro strategie. Sulla base delle simulazioni, sono stati stimati gli effetti del cambiamento climatico sulla temperatura superficiale e sulle precipitazioni in Italia. I risultati indicano che nelle aree montuose, in particolare, ci si aspetta un significativo aumento delle temperature estive.
Precipitazioni e eventi estremi
Lo studio ha anche messo in evidenza che il clima tenderà a diventare più secco in tutte le stagioni, con un’attenzione particolare all’estate, quando si prevede una diminuzione delle precipitazioni. Tuttavia, negli scenari più pessimistici, si prevede un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, specialmente nel nord Italia, nelle zone alpine e subalpine.
Analizzando i dati, alla fine del secolo, durante l’inverno, si potrebbe osservare un incremento delle precipitazioni nelle Alpi occidentali, mentre nelle Alpi orientali si registrerebbe una lieve diminuzione. Al contrario, nell’Italia meridionale, l’intensità delle precipitazioni è prevista in calo, con effetti più marcati sui rilievi della Sicilia. Durante la primavera, l’intensità delle precipitazioni aumenterà su tutto l’arco alpino, mentre in estate si prevede una generale diminuzione delle precipitazioni estreme.
Prospettive future e vulnerabilità
Le simulazioni regionali ad alta risoluzione forniscono un quadro differente rispetto ai modelli globali a bassa risoluzione. La dottoressa Struglia ha evidenziato come l’evoluzione delle tecnologie consenta ora proiezioni climatiche molto più dettagliate, fondamentali per valutare gli impatti locali del cambiamento climatico. La regione mediterranea, caratterizzata da una morfologia complessa e vulnerabile, richiede analisi climatiche specifiche per affrontare i rischi connessi a fenomeni meteorologici estremi, che possono influenzare significativamente il benessere delle comunità locali e la loro economia.
La ricerca dell’Enea non solo mette in luce le sfide future legate al clima, ma sottolinea anche l’urgenza di adottare politiche di adattamento e mitigazione per affrontare i cambiamenti in atto.
