Kiev sta mantenendo una posizione ferma riguardo al Donbass, rifiutando categoricamente qualsiasi proposta di cessione territoriale, mentre Mosca esprime un netto diniego all’idea di truppe europee sul suolo ucraino. La situazione, che si sta evolvendo in un contesto di negoziati complessi, ha visto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dichiarare il 16 dicembre 2025 che “la fine della guerra tra Ucraina e Russia non è mai stata così vicina”. Tuttavia, questa affermazione non trova riscontro nei progressi reali delle trattative, evidenziando le divergenze tra le parti coinvolte.
Il rifiuto di Kiev sulla cessione del Donbass
Kiev, sotto la guida del presidente Volodmyr Zelensky, si oppone fermamente a qualsiasi forma di concessione territoriale, in particolare riguardo al Donbass, una regione strategicamente importante e rivendicata dalla Russia. Zelensky ha affermato: “I russi vogliono il nostro Donbass. E noi non vogliamo cedere il nostro Donbass”. Questa posizione è chiara e ferma, soprattutto in un momento in cui si discute la possibilità di una soluzione diplomatica. La proposta di Trump, che prevede una zona smilitarizzata, richiederebbe all’Ucraina non solo di rinunciare alle aree già occupate dai russi, ma anche di ritirare le proprie forze da città cruciali come Sloviansk e Kramatorsk.
Zelensky ha sottolineato che accettare un compromesso su questioni territoriali potrebbe sbloccare la situazione, ma ha anche avvertito che non ci sarà mai un riconoscimento del Donbass come parte della Russia. “Né de jure né de facto riconosceremo il Donbass come russo”, ha dichiarato, evidenziando la mancanza di accordo su questo tema con gli Stati Uniti. La questione del Donbass, quindi, rimane un punto critico nei negoziati, con l’Ucraina che cerca di mantenere la sua integrità territoriale.
Il no di Mosca alla presenza di truppe europee
Dall’altro lato, Mosca ha espresso un chiaro rifiuto alla partecipazione di truppe europee nei colloqui di pace in Ucraina. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che la presenza di rappresentanti europei non sarebbe di buon auspicio per i negoziati. La posizione russa è stata ulteriormente chiarita dal vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, che ha dichiarato: “Mosca non accetterà mai la presenza di truppe della NATO sul territorio ucraino”. Questa affermazione si inserisce in un contesto di tensioni già esistenti e di richieste da parte di Mosca riguardo a concessioni territoriali da parte dell’Ucraina.
Ryabkov ha sottolineato che la Russia è aperta a un accordo, ma ha ribadito che ci sono cinque punti fondamentali sui quali non è disposto a scendere a compromessi. Queste richieste, sebbene non specificate, riguardano essenzialmente la sicurezza e l’integrità territoriale della Russia. La situazione attuale, quindi, rimane complessa, con le due parti che si trovano su posizioni opposte e con un dialogo che rischia di arenarsi su questioni fondamentali come il Donbass e la presenza di forze militari straniere in Ucraina.
