Il 16 dicembre 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivelato di aver avuto contatti recenti con il presidente russo, Vladimir Putin, durante una serie di colloqui con i leader europei a Berlino, mirati a trovare una soluzione pacifica al conflitto tra Ucraina e Russia. Tuttavia, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha immediatamente smentito tali affermazioni, dichiarando che non ci sono stati ulteriori scambi telefonici tra i due leader dopo la conversazione del 16 ottobre.
La dichiarazione di Trump e la smentita del Cremlino
Durante la sua comunicazione dallo Studio Ovale, Trump ha affermato di aver parlato con Putin, sottolineando la sua convinzione che entrambi i paesi siano vicini a una risoluzione del conflitto. Tuttavia, Peskov ha specificato che dal 16 ottobre non ci sono stati contatti diretti, contraddicendo le affermazioni del presidente americano. In quella precedente conversazione, Trump aveva descritto il dialogo come “molto produttivo”, con Putin che si congratulava per i progressi nella normalizzazione della situazione nella Striscia di Gaza. Tuttavia, il presidente russo aveva anche avvertito che l’invio di missili Tomahawk a Kiev avrebbe potuto compromettere le relazioni tra Stati Uniti e Russia.
Le prospettive di un nuovo incontro tra Trump e Putin, che inizialmente erano state programmate per Budapest, sembrano ora lontane. Trump ha oscillato tra ottimismo e frustrazione riguardo alla posizione di Mosca, che continua a lanciare attacchi con missili e droni, rendendo difficile qualsiasi progresso nei negoziati di pace.
L’ottimismo di Trump e le reazioni da Mosca
Nella serata del 15 dicembre, Trump ha espresso un certo ottimismo riguardo ai colloqui in Germania, affermando che “non siamo mai stati così vicini” a una pace duratura tra Ucraina e Russia. I leader europei, presenti al summit, hanno discusso la creazione di una “forza multinazionale per l’Ucraina“, sotto la guida europea. Tuttavia, le dichiarazioni provenienti da Mosca sembrano contraddire questa visione ottimistica. Il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha escluso categoricamente la possibilità di accettare la presenza di truppe NATO in Ucraina, anche come parte di un accordo di sicurezza.
Ryabkov ha inoltre indicato che, nonostante le tensioni, le parti potrebbero essere “sull’orlo” di una soluzione diplomatica. Ha espresso la speranza di raggiungere un accordo al più presto, ma ha ribadito le richieste di Mosca riguardo alle concessioni territoriali da parte di Kiev, affermando che non possono essere accettati compromessi su questo tema.
Le divergenze tra Kiev e Washington rimangono significative, in particolare riguardo alle concessioni territoriali che l’Ucraina potrebbe dover accettare per porre fine al conflitto. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ammesso che ci sono questioni complesse da affrontare, evidenziando la necessità di trovare un terreno comune per avanzare verso la pace.
