Federigo Argentieri, docente di scienze politiche e direttore del Guarini Institute for Public Affairs presso la John Cabot University, ha annunciato la sua uscita dal comitato editoriale della rivista “Limes”. Questo avvenimento, che ha avuto luogo nel mese scorso, ha sollevato un certo scalpore nel panorama editoriale italiano. Argentieri, insieme a Franz Giustincich e Giorgio Arfaras, ha richiesto formalmente di essere rimosso dal consiglio, un gesto che segna un cambiamento significativo in una rivista che ha mantenuto una certa stabilità nel corso degli anni. La decisione di Argentieri è stata motivata da una crescente preoccupazione per la direzione editoriale della rivista, in particolare riguardo al suo approccio nei confronti dell’Ucraina.
Le motivazioni dietro la decisione di uscire
Argentieri ha spiegato che la sua scelta di lasciare il consiglio redazionale di “Limes” è legata a una fase critica per l’Ucraina, la quale sta affrontando sfide significative non solo sul piano militare, ma anche in ambito diplomatico. Con gli Stati Uniti che si distaccano dalla NATO e una crescente tensione tra America e Russia, il professore ha sottolineato l’importanza di prendere posizioni chiare e senza ambiguità. Per lui, il suo nome non poteva più essere associato a una rivista che, secondo la sua opinione, ha mostrato un pregiudizio strutturale nei confronti dell’Ucraina per oltre due decenni.
Argentieri ha chiarito che la sua decisione non è frutto di opportunismo, ma piuttosto una questione di coerenza personale e professionale. Pur avendo scritto poco per “Limes”, ha sempre trovato il suo approccio geopolitico, incentrato sui rapporti di forza, non del tutto in linea con le sue convinzioni. La vera motivazione risiede nella percezione di un atteggiamento ostile della rivista nei confronti dell’Ucraina, che ha assunto contorni sempre più evidenti nel corso degli anni.
Un’analisi storica della posizione di Limes
Argentieri ha identificato il 2004, anno della Rivoluzione Arancione, come un punto di svolta per la rivista. Da quel momento, “Limes” ha adottato una postura di crescente diffidenza nei confronti dell’Ucraina. Il professore ha fatto riferimento a eventi specifici, come la pubblicazione di opere che minimizzano la tragedia della carestia ucraina, come un esempio della direzione editoriale che ha preso la rivista. In particolare, ha criticato la pubblicazione di “L’autobus di Stalin” di Antonio Pennacchi, definendola un’affermazione cinica della figura di Stalin, in netto contrasto con la realtà storica della collettivizzazione e della carestia.
Questa scelta editoriale ha suscitato indignazione non solo a livello personale, ma anche all’interno della comunità accademica, con proteste formali da parte dell’Associazione italiana di studi ucrainistici. Nonostante ciò, la linea editoriale di “Limes” non ha subito cambiamenti significativi, portando Argentieri a rimanere nel comitato redazionale per altri vent’anni, sperando in una possibile evoluzione della rivista.
Le conseguenze dell’annessione della Crimea
L’annessione della Crimea nel 2014 ha segnato un ulteriore deterioramento della situazione, con “Limes” che ha iniziato a pubblicare mappe che rappresentavano la Crimea come parte della Russia. Argentieri ha sottolineato come questa rappresentazione sia stata oggetto di contestazione da parte dell’ambasciatore ucraino, ma nonostante le pressioni, la rivista ha mantenuto la sua posizione. La dichiarazione di Lucio Caracciolo, in cui affermava che il colore delle mappe sarebbe cambiato solo con il mutare della realtà, è stata vista da Argentieri come una grave distorsione della verità politica e cartografica.
La frattura tra Argentieri e “Limes” è diventata definitiva con l’invasione russa del 24 febbraio 2022, quando Caracciolo ha fatto dichiarazioni errate riguardo a un’imminente invasione. Argentieri ha messo in evidenza la mancanza di responsabilità da parte degli esperti geopolitici, sottolineando che in Italia non vi è una cultura di accountability per gli errori macroscopici.
Le reazioni all’uscita da Limes
L’uscita di Argentieri non è stata un caso isolato. Anche Franz Giustincich e Giorgio Arfaras hanno deciso di lasciare i rispettivi consigli di “Limes”. Giustincich, noto giornalista e analista geopolitico, ha contribuito alla rivista per anni, mentre Arfaras, economista e commentatore economico, ha rinunciato al suo ruolo nel consiglio scientifico. Questi eventi segnalano un cambiamento significativo nell’orientamento della rivista e nella sua capacità di attrarre voci critiche e diverse.
Argentieri ha concluso la sua riflessione affermando che la sua decisione non è stata una rottura simbolica, ma un atto di coerenza. In un contesto così delicato, non è più possibile restare in una cornice che contribuisce a distorcere la comprensione della realtà. La sua uscita rappresenta non solo una presa di posizione personale, ma un richiamo alla responsabilità intellettuale di fronte a eventi di rilevanza globale.
