La Corte di Appello di Torino ha recentemente accolto il ricorso presentato dagli avvocati dell’imam Mohamed Shahin, decidendo per la cessazione del suo trattenimento presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Caltanissetta. Questa decisione, comunicata il 15 dicembre 2025, ha sollevato un acceso dibattito politico, poiché i giudici hanno ritenuto che non sussistano elementi sufficienti a giustificare preoccupazioni per la sicurezza dello Stato o per l’ordine pubblico.
Il caso di Mohamed Shahin
Nel corso della sua detenzione, l’imam Mohamed Shahin era stato oggetto di un provvedimento di espulsione firmato dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a causa di presunti legami con attività che minacciano la sicurezza nazionale. Tuttavia, i giudici della Corte di Appello hanno stabilito che non vi erano motivi validi per mantenere il suo trattenimento, aprendo così la strada alla sua liberazione. La decisione ha suscitato preoccupazioni tra le forze politiche, in particolare tra i rappresentanti del partito Fratelli d’Italia, che hanno espresso il loro disappunto per la scelta della magistratura.
Le reazioni politiche
La reazione alla decisione della Corte è stata immediata e intensa. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha descritto la liberazione di Shahin come un “schiaffo allo Stato“, evidenziando che tale decisione vanifica gli sforzi delle Forze dell’Ordine e del Ministero dell’Interno. Bignami ha sottolineato che l’imam ha giustificato il violento attacco terroristico del 7 ottobre, e ha messo in discussione l’integrità della magistratura, accusandola di essere politicizzata al punto da mettere a rischio la sicurezza dei cittadini.
Anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha commentato la sentenza, definendola “assurda” e “gravissima”. Gasparri ha richiamato l’attenzione sul fatto che rimettere in libertà una persona che ha apertamente giustificato il terrorismo di Hamas rappresenti un messaggio pericoloso e ha chiesto una riforma della giustizia per affrontare le correnti politicizzate all’interno del sistema giudiziario.
Contesto internazionale e sicurezza
La decisione della Corte di Appello di Torino giunge in un momento di crescente tensione internazionale, caratterizzato da attacchi terroristici e propaganda di estremismo. I rappresentanti politici, in particolare quelli di Fratelli d’Italia, hanno ribadito la necessità di mantenere alta la guardia contro ogni forma di estremismo e di antisemitismo. La situazione attuale, segnata da violenze e conflitti, rende la questione della sicurezza una priorità assoluta per il governo e le istituzioni italiane.
Il dibattito sulla liberazione di Mohamed Shahin non si limita solo agli aspetti legali, ma tocca anche questioni più ampie riguardanti la sicurezza nazionale e l’integrità delle istituzioni. La decisione della Corte di Appello rappresenta un punto di svolta significativo in un contesto già complesso e delicato, che richiede un attento monitoraggio e una risposta adeguata da parte delle autorità competenti.
