Il 13 dicembre 2025, durante un intervento a margine dell’evento Atreju, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha discusso della proposta di introdurre una tassa sui piccoli pacchi provenienti da paesi esteri, in particolare dalla Cina. Questo provvedimento è stato presentato come una risposta alle sfide che il settore della moda e dell’abbigliamento europeo sta affrontando a causa dell’arrivo massiccio di prodotti a basso costo.
La necessità di una nuova misura
Nel suo intervento, Urso ha sottolineato l’importanza di creare un tavolo di confronto con le associazioni del settore per affrontare la questione. La proposta di dazio alla Dogana sui pacchi di piccolo valore è stata avanzata in seguito a una richiesta specifica alla Commissione europea. Il ministro ha messo in evidenza come l’attuale situazione di mercato sia caratterizzata da una “invasione di cavallette cinesi”, che sta mettendo a dura prova le aziende locali. Secondo Urso, questa problematica non solo danneggia i produttori europei, ma inganna anche i consumatori, che potrebbero non essere consapevoli della qualità e dell’origine dei prodotti acquistati.
Dettagli sulla tassa
La tassa sui pacchi, che si inserisce nella legge di bilancio in discussione, si propone di affiancare i dazi già previsti dalla Commissione europea. Urso ha chiarito che questa misura non riguarderebbe i prodotti realizzati e prodotti in Europa, ma si concentrerebbe sulle merci provenienti dalla Cina. L’obiettivo è quello di contrastare l’ultra fast fashion, un fenomeno in forte crescita che ha preso piede a causa delle politiche commerciali statunitensi, che hanno imposto dazi su alcuni prodotti cinesi. Questa situazione ha portato a un’invasione di beni cinesi sul mercato europeo, creando una concorrenza sleale per i produttori locali.
Impatto sul mercato europeo
L’introduzione di questa tassa potrebbe avere un impatto significativo sul mercato europeo, contribuendo a livellare il campo di gioco tra i produttori locali e quelli esteri. La misura mira a proteggere il settore della moda e dell’abbigliamento, che è uno dei principali emblemi del Made in Italy, e a garantire che i consumatori possano fare scelte più informate. Urso ha concluso il suo intervento esprimendo la necessità di adottare misure concrete per affrontare questa sfida, sottolineando l’importanza di un sostegno alle aziende europee in un contesto di crescente competitività e globalizzazione.
