Manovra economica, Pagliaro (Inca Cgil): “Rivela un Paese sempre più squilibrato, domani saremo in piazza”

Lorenzo Di Bari

Dicembre 11, 2025

La recente legge di bilancio del governo Meloni ha sollevato preoccupazioni tra i rappresentanti dei lavoratori e le organizzazioni sindacali. A partire dal 3 gennaio 2025, l’INCA, il patronato della CGIL, parteciperà allo sciopero generale indetto per contestare le misure contenute nella manovra. Michele Pagliaro, presidente dell’INCA, ha rilasciato un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, in cui espone le criticità della situazione attuale, evidenziando un Paese sempre più squilibrato. Secondo Pagliaro, l’innalzamento dell’età pensionabile, la compressione dei salari e delle pensioni reali, oltre a una riduzione degli spazi di welfare, sono segnali preoccupanti. Questo contesto è aggravato dall’aumento delle spese per il riarmo, a fronte di scarse risorse destinate a settori cruciali come istruzione, sanità e servizi pubblici.

Diritti costituzionali e politiche economiche

Pagliaro sottolinea l’importanza di rispettare i diritti costituzionali, che dovrebbero guidare le politiche economiche nazionali. L’Italia è vincolata a principi che promuovono la giustizia sociale e la pace, e quando questi valori vengono ignorati, l’ordine costituzionale ne risente. Il presidente dell’INCA mette in guardia sul fatto che la legge di bilancio impatta negativamente sul sistema previdenziale, aggravando ulteriormente la situazione di milioni di lavoratori. La decisione di aumentare l’età pensionabile colpirà la maggior parte dei lavoratori, eliminando ogni forma di flessibilità in uscita e mettendo a rischio il diritto a un pensionamento dignitoso.

Precarietà e misure proposte

La precarietà nel mondo del lavoro è in aumento, con molti giovani costretti a lasciare l’Italia in cerca di opportunità. Chi rimane si trova spesso a dover affrontare contratti instabili e intermittenti. Pagliaro avverte che l’innalzamento dei requisiti pensionistici senza un adeguato rafforzamento delle garanzie di stabilità e sicurezza sul lavoro comporta un costo sociale insostenibile per i cittadini. Propone invece tre misure chiave: fermare l’aumento automatico dell’età pensionabile, garantire maggiore flessibilità in uscita e introdurre una pensione contributiva di garanzia per i lavoratori precari.

Investimenti strategici e servizi essenziali

Il presidente dell’INCA afferma che le scelte della manovra rappresentano solo la parte visibile di un iceberg. Sotto la superficie, si nasconde una grave mancanza di investimenti strategici nei servizi essenziali. Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è previsto in calo, scendendo sotto il 6% del PIL entro il 2028, il livello più basso degli ultimi decenni. Anche altri settori come l’istruzione, l’assistenza agli anziani e il trasporto pubblico risentono di questa logica di sottofinanziamento, che mina la coesione sociale e le pari opportunità.

Occupazione e questioni fiscali

Pagliaro evidenzia come l’occupazione stia crescendo, ma principalmente tra le persone over 50. La manovra non affronta le vere problematiche industriali né quelle legate alla precarietà, al lavoro povero o al sommerso. Inoltre, non offre supporto per la transizione ambientale e digitale, né propone strategie concrete per il Mezzogiorno. La questione fiscale è ridotta a un dibattito sulla patrimoniale, senza una riflessione approfondita da parte del governo. Negli ultimi tre anni, i lavoratori e i pensionati hanno subito un incremento di 25 miliardi di euro in tasse a causa della mancata indicizzazione dell’IRPEF, un drammatico drenaggio fiscale che ha colpito principalmente i redditi fissi.

Principio di progressività fiscale

La situazione attuale mette in discussione il principio di progressività fiscale. In Italia, esiste già una patrimoniale impropria che grava maggiormente sui redditi da lavoro bassi e medi. Con una pressione fiscale che nel 2025 raggiungerà il 42,8% e l’87% dell’IRPEF pagata da lavoratori e pensionati, lo Stato appare sempre più come un “socio di maggioranza” che trattiene risorse ma offre sempre meno in termini di servizi pubblici. Pagliaro auspica la reintroduzione di un modello fiscale realmente progressivo, in grado di redistribuire la ricchezza e finanziare politiche pubbliche adeguate alle necessità del Paese.

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