Da oltre settant’anni, James Bond si muove attraverso epoche, mode e rivoluzioni culturali, mantenendo intatto il suo fascino. Il celebre agente segreto, creato nel 1953 dallo scrittore britannico Ian Fleming e portato sul grande schermo nel 1962 grazie all’interpretazione di Sean Connery, continua a rappresentare un mito che evolve senza perdere la sua essenza. Un enigma splendente, letale e irresistibile, che continua a intrigare il pubblico.
Il libro di Carlo Baroni su James Bond
Il giornalista Carlo Baroni ha dedicato la sua opera, “Essere James Bond. Identikit di un agente segreto” (Edizioni Ares, 192 pagine, 16 euro), a questo mistero. Il volume presenta un ritratto “tridimensionale” dell’agente segreto più famoso del mondo, attraverso incursioni colte, aneddoti, citazioni e digressioni letterarie. Baroni esplora l’universo di Bond, toccando aspetti come la Walther, l’Aston Martin e il celebre Vodka Martini “shaken, not stirred”. Una delle domande centrali a cui il libro cerca di rispondere è: chi è realmente James Bond?
Il lato umano di Bond
Carlo Baroni sfida i luoghi comuni, rivelando un uomo che, dietro la facciata del cinico e violento professionista, è attraversato da tormenti interiori e scelte difficili. Bond si muove su un confine sottile tra vita e morte, Bene e Male, Sublime e Orrendo. Le sue automobili, i suoi abiti e i suoi vini non sono semplici elementi di stile: rappresentano un modo per riaffermare un’idea di bellezza che resiste all’oscurità. La missione di Bond va oltre la difesa della Corona inglese; è un tentativo di ristabilire l’equilibrio nel mondo, spesso sacrificando se stesso, che si tratti della Regina d’Inghilterra o di una bambina persa sotto la pioggia.
Un eroe con un passato complesso
Come molti eroi della letteratura, anche Bond porta con sé un’infanzia segnata da ferite, un’adolescenza difficile, tradimenti e solitudini. Baroni si interroga se sia necessario attraversare il dolore per diventare qualcuno, una domanda che nel mondo di 007 sembra avere risposte complesse. Tra le pagine più vivide del libro, il giornalista rilegge il famoso duello verbale tra Bond e Vesper Lynd in “Casino Royale” (2006), scritto da Neal Purvis, Robert Wade e Paul Haggis. Queste battute rivelano un uomo dietro la maschera della spia: un orfano, uno studente che deve il suo successo alla benevolenza altrui, un professionista con un cuore meno gelido di quanto si possa pensare. Il primo dettaglio che Vesper nota è il taglio dell’abito di Bond, poiché per lui l’eleganza è disciplina, identità e persino un’arma. Sempre impeccabile, senza ostentazione, Bond incarna il detto “l’abito fa il monaco”, come ricorda Baroni citando Colin Firth nei panni del protagonista di “Kingsman“.
Un Bond colto e consapevole
Al di là della superficie scintillante, Baroni presenta un Bond sorprendentemente colto. Non è solo un poliglotta della Guerra Fredda, ma un lettore attento di autori come Dostoevskij e Tolstoj, un osservatore delle contraddizioni storiche e politiche dei Paesi in cui opera. Bond è un curioso del pensiero, educato nelle migliori scuole, non necessariamente accademiche. Il libro affronta anche il rapporto tra 007 e il mondo delle spie reali, spesso percepite come figure oscure e manipolative. In Inghilterra, tuttavia, l’intelligence è vista come un baluardo nazionale, un’estensione dell'”isola fortezza” che non ha subito invasioni dal 1066. È in questo contesto che nasce l’immaginario di Bond: una spia che non tradisce, che difende la patria come un moderno cavaliere.
“Essere James Bond” di Carlo Baroni si presenta come una lettura stimolante e coinvolgente, un viaggio nell’anatomia morale ed estetica di un personaggio che rappresenta sia una leggenda pop che uno specchio delle nostre inquietudini. Un’opera ideale per chi desidera scoprire o riscoprire l’uomo dietro il mito. James Bond, infatti, continua a cambiare volto, epoca e stile, ma resta sempre, ineluttabilmente, James Bond.
