Il 10 dicembre 2025, Enrico Franceschi, direttore dell’Oncologia del sistema nervoso presso l’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo il glioblastoma, raro tumore cerebrale che ha colpito la scrittrice britannica Sophie Kinsella, deceduta all’età di 55 anni. Franceschi, anche coordinatore delle linee guida per i tumori cerebrali dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ha sottolineato l’assenza di sintomi specifici che possano consentire una diagnosi precoce della malattia, rendendo difficile l’individuazione tempestiva della patologia.
Caratteristiche del glioblastoma e diagnosi
Il glioblastoma è un tumore maligno che origina nel cervello e, secondo i dati riportati, in Italia si registrano annualmente circa 1.500 nuovi casi, come evidenziato nel report ‘Numeri del cancro 2024’. La difficoltà nella diagnosi precoce è dovuta alla mancanza di sintomi esclusivi; infatti, i pazienti possono manifestare sintomi aspecifici come forti mal di testa, alterazioni comportamentali, crisi epilettiche, disturbi del linguaggio e problemi motori. Franceschi ha raccomandato che, in presenza di disturbi neurologici persistenti, sia fondamentale consultare un medico curante o un neurologo per esami più approfonditi.
Incidenza e demografia del glioblastoma
Franceschi ha anche evidenziato che il glioblastoma colpisce prevalentemente gli uomini, con una distribuzione del 54% rispetto alle donne, specialmente nella fascia di età tra i 50 e i 65 anni. Tuttavia, non è raro che il tumore si manifesti anche nei giovani, rappresentando il 7% dei casi. L’oncologo ha chiarito che, non essendo un tumore comune, non esistono metodi di diagnosi precoce e che non è consigliabile recarsi da un neurologo al primo mal di testa, ma è importante indagare se i sintomi persistono.
Trattamenti e aspettativa di vita
Una volta accertata la presenza della neoplasia, il primo passo è valutare se il glioblastoma sia operabile. Successivamente, il paziente deve seguire un piano di trattamento che include radioterapia e chemioterapia. Attualmente, nonostante i progressi nel trattamento, solo il 5% dei pazienti ha un’aspettativa di vita di almeno cinque anni dalla diagnosi. Questo dato mette in luce le sfide significative che ancora devono essere affrontate nella lotta contro questa forma di cancro, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche e sviluppi terapeutici nel campo dell’oncologia neurologica.
