Il lavoro stabile non è la meta principale: le cinque priorità dei giovani

Franco Fogli

Dicembre 10, 2025

Nel 2025, la concezione di lavoro per le nuove generazioni sta subendo una radicale trasformazione. Non si tratta più semplicemente di ottenere un “posto fisso”, ma di cercare un ambiente lavorativo che promuova il benessere, la crescita professionale e una coerenza di valori. Questi cambiamenti emergono chiaramente nel libro “Il lavoro da offrire, la proposta da accettare. Scelte consapevoli nell’era del welfare”, pubblicato da FrancoAngeli e scritto da Luca Furfaro, Valentina Marini e Filippo Poletti. Il testo offre un’analisi dettagliata delle attuali dinamiche tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.

Nel secondo trimestre del 2025, il numero degli occupati in Italia continua a crescere, con un incremento di 226 mila unità, corrispondente a un aumento dell’0,9% rispetto all’anno precedente. La stima attuale si attesta a 24 milioni e 202 mila occupati. Il tasso di occupazione per le persone tra i 15 e i 64 anni ha raggiunto il 62,7%, evidenziando un incremento di 0,4 punti rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo aumento è particolarmente significativo tra le fasce di età comprese tra i 50 e i 64 anni e nel Mezzogiorno. Dallo studio che ha ispirato il libro, Luca Furfaro, esperto di politiche del lavoro e co-autore, ha identificato cinque elementi chiave che i giovani cercano oggi nel mondo del lavoro.

Cosa cercano i giovani?

Il primo aspetto riguarda la remunerazione integrata e welfare evoluto. I giovani non si accontentano più di un semplice stipendio; desiderano un riconoscimento che vada oltre l’aspetto economico, abbracciando dimensioni personali, relazionali ed emotive. È fondamentale per loro trovare un ambiente lavorativo che valorizzi il loro benessere complessivo.

Un altro elemento cruciale è la flessibilità e il work-life balance. La possibilità di gestire autonomamente tempi e spazi di lavoro, specialmente attraverso modalità ibride, è diventata un requisito imprescindibile. I giovani cercano un equilibrio tra vita personale e professionale, desiderando un lavoro che consenta loro di dedicare tempo a passioni e relazioni al di fuori dell’ambito lavorativo, senza sentirsi oppressi dalle richieste aziendali.

Il terzo punto è rappresentato da purpose e sostenibilità. Le nuove generazioni vogliono lavorare in aziende che abbiano un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Non si tratta solo di responsabilità sociale d’impresa, ma di condividere valori e garantire coerenza tra parole e azioni. Le aziende che dimostrano un reale interesse per la salute mentale dei propri dipendenti, attraverso pratiche concrete di inclusione e ascolto, risultano particolarmente attrattive.

Un ulteriore aspetto è la formazione continua e leadership inclusiva. Per i giovani, è essenziale avere opportunità di apprendimento e manager capaci di ascoltare e motivare. La crescita professionale è legata non solo alle competenze, ma anche alla qualità delle relazioni interpersonali.

Infine, la comunicazione autentica e trasparenza è fondamentale. I giovani sono sempre più attenti al rischio di “welfare washing” e richiedono autenticità e coerenza. La capacità delle aziende di comunicare in modo chiaro e credibile è diventata parte integrante della loro proposta di valore.

Tuttavia, non tutti i settori possono adattarsi a questi modelli. In ambiti come la ristorazione, il commercio al dettaglio o l’assistenza agli anziani, il lavoro da remoto non è fattibile. Le aziende in questi settori devono innovare e sperimentare nuove forme di valorizzazione, come orari flessibili, benefit aggiuntivi e percorsi di crescita che riconoscano l’importanza sociale di questi ruoli.

Luca Furfaro sottolinea che il lavoro non può più essere considerato un semplice scambio di tempo per denaro. I giovani cercano un total reward che integri welfare, crescita e inclusione. Le aziende devono andare oltre i benefit tradizionali, creando ambienti dove benessere, sostenibilità e leadership empatica siano una realtà tangibile. Per quelle aziende che non possono offrire flessibilità oraria, è giunto il momento di ripensare a un sistema retributivo più moderno e premiale, che riconosca il valore del lavoro in tutte le sue forme.

×