La recente decisione dell‘UNESCO di riconoscere la cucina italiana come patrimonio immateriale dell’umanità rappresenta un momento significativo nella storia dei riconoscimenti gastronomici. Questo evento, avvenuto nel 2025, segna la prima volta in cui una tradizione culinaria è stata premiata nella sua totalità , superando l’approccio precedente che si concentrava su pratiche o tecniche specifiche.
Massimo bottura: La cucina italiana come rito collettivo
Massimo Bottura, chef pluristellato, ha commentato con entusiasmo la scelta dell‘UNESCO, sottolineando che “la cucina italiana è memoria e identità di un popolo”. Ogni piatto racconta una storia, riflettendo la tradizione che si tramanda di generazione in generazione in circa 60 milioni di cucine diverse in Italia. Bottura ha evidenziato come questo rito collettivo unisca le famiglie, creando legami e momenti di condivisione. “In Italia, il pasto è molto più di un semplice nutrimento; è un modo per riconoscersi parte di una comunità ”, ha affermato.
Per Bottura, la cucina italiana è un linguaggio universale che combina sapori e gesti antichi, promuovendo valori di appartenenza. Ha richiamato l’attenzione sulle parole dei filosofi romani, che sostenevano che “noi viviamo per mangiare”. Questo riconoscimento, secondo Bottura, non è solo un traguardo, ma una celebrazione dell’innovazione e della creatività della cucina italiana, che si evolve pur mantenendo il legame con il passato.
Heinz beck: Un patrimonio culturale immenso
Heinz Beck, chef tre stelle Michelin, ha commentato che “l’Italia ha un bagaglio culturale immenso da raccontare”. Il riconoscimento dell‘UNESCO, secondo Beck, porterà ulteriore attenzione sul made in Italy agroalimentare. Ha messo in evidenza che non si tratta di un’unica cucina, ma di una varietà di tradizioni e tecniche provenienti da diverse regioni. “Ridurre la cucina italiana a pasta e pizza è un errore; essa è molto di più e merita questo riconoscimento”, ha affermato.
Beck, che vive e lavora in Italia da oltre trent’anni, ha sottolineato l’importanza di evolvere senza dimenticare l’identità culturale. “È fondamentale raccontare nuove storie, ma non dobbiamo mai perdere di vista le nostre radici e la nostra tradizione culinaria”, ha concluso.
Cristina bowerman: Tradizione e modernitÃ
Cristina Bowerman, chef stellata, ha commentato l’importanza di questo riconoscimento per far conoscere la cucina tradizionale e regionale italiana. Ha descritto la cucina italiana moderna come estremamente ricca e innovativa, citando l’esempio di Bottura, che combina modernità e tradizione. Bowerman ha espresso la speranza che questo riconoscimento possa fungere da carburante per la cucina italiana, aumentando la sua visibilità a livello internazionale.
“Il turismo gastronomico è legato a un lifestyle; l’Italia offre sia cibo di qualità che un’atmosfera unica”, ha affermato. Ha paragonato il riconoscimento dell‘UNESCO a una stella Michelin, sottolineando l’importanza di questo evento per la ristorazione italiana.
Raffaele alajmo: Un riconoscimento come una laurea honoris causa
Raffaele Alajmo, manager del ristorante ‘Le Calandre’, ha paragonato il riconoscimento dell‘UNESCO a una laurea honoris causa. “La cucina italiana è molto richiesta e apprezzata in tutto il mondo”, ha dichiarato. Alajmo ha espresso la speranza che questo riconoscimento possa aiutare a proteggere i veri valori della cucina italiana e a distinguere le autentiche tradizioni culinarie da quelle false.
Ha anche notato come la cucina italiana sia in continua evoluzione, con influenze provenienti da diverse culture, ma ha sottolineato l’importanza di mantenere vive le tradizioni culinarie storiche.
Alessandro circiello: Maggiore tutela contro l’Italian sounding
Alessandro Circiello, chef e volto noto della televisione, ha evidenziato l’importanza di questo riconoscimento per garantire una maggiore protezione dei prodotti e della cucina italiana. “Molti acquistano prodotti italiani falsi, il cosiddetto Italian Sounding“, ha affermato, auspicando che le istituzioni possano tutelare meglio la cucina italiana.
Circiello ha messo in evidenza la biodiversità dell’agroalimentare italiano, sottolineando le numerose varietà di pomodori e olive. Ha concluso affermando che la cucina italiana è un patrimonio millenario, ricca di ricette tramandate nel tempo e parte integrante della dieta mediterranea, già riconosciuta come patrimonio dell’umanità dall‘UNESCO.
