Venezuela: Trump avvia la pianificazione per il futuro post Maduro

Franco Fogli

Dicembre 9, 2025

Il 9 dicembre 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardanti il futuro del Venezuela in un’intervista con Politico. Durante il colloquio, Trump ha affermato che il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, ha i giorni contati, suggerendo che gli Stati Uniti stanno preparando piani per gestire la situazione nel caso in cui Maduro lasci il potere. Questa affermazione si inserisce in un contesto di crescente pressione militare e di minacce pubbliche nei confronti del governo venezuelano.

Il contesto della pressione militare

Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno intensificato la loro campagna di pressione nei confronti del Venezuela, con Trump che ha più volte minacciato azioni dirette contro Maduro. Fonti all’interno dell’amministrazione hanno rivelato a CNN che il Consiglio per la Sicurezza Interna della Casa Bianca, guidato da Stephen Miller, sta lavorando a piani segreti per il “day after” dell’uscita di scena di Maduro. Questi piani sono stati elaborati in collaborazione con Marco Rubio, segretario di Stato e consigliere per la Sicurezza ad interim, e comprendono varie opzioni per affrontare un eventuale vuoto di potere in Venezuela.

Tra le azioni contemplate vi sono operazioni militari dirette, che potrebbero includere raid mirati all’interno del Paese. La presenza di forze navali al largo delle coste venezuelane è stata giustificata ufficialmente come parte della lotta contro il narcotraffico, ma molti funzionari ammettono che si tratta di un chiaro segnale della volontà di Trump di costringere Maduro a lasciare il potere. La questione ha suscitato un acceso dibattito politico a Washington, dove le posizioni sull’opportunità di un intervento militare o clandestino sono profondamente divise.

Le dichiarazioni di Trump e le reazioni interne

Trump ha ribadito la sua posizione, affermando di “non escludere nulla” riguardo al Venezuela e che “Maduro ha i giorni contati”. Tuttavia, all’interno dell’amministrazione non sembra esserci un consenso univoco sulla strategia da adottare. Alcuni funzionari esprimono preoccupazione per un possibile aumento dell’impegno degli Stati Uniti in Venezuela, mentre Trump continua a mantenere aperta la possibilità di un’operazione di “cambio di regime”.

Un alto funzionario dell’amministrazione ha sottolineato che è compito del governo federale essere preparato con diverse opzioni, suggerendo che il presidente non farebbe minacce senza avere a disposizione un piano dettagliato per ogni scenario. Questo approccio riflette la complessità della situazione e la necessità di un’attenta pianificazione in un contesto geopolitico instabile.

Il ruolo dell’opposizione venezuelana

L’opposizione venezuelana, guidata da Maria Corina Machado, sta lavorando attivamente per preparare il futuro del Paese nel caso di un cambio di regime. Machado è attesa a Oslo il 10 dicembre 2025 per ricevere il premio Nobel per la pace e ha collaborato con Edmundo González per sviluppare piani specifici per garantire la stabilità in vari settori, tra cui sicurezza, economia e istruzione. Tra le proposte figurano un piano di “100 ore” e uno di “100 giorni” dalla caduta di Maduro, che sono stati condivisi con l’amministrazione Trump.

González è considerato dal governo statunitense il “legittimo presidente” del Venezuela, avendo ottenuto la maggioranza dei voti nelle elezioni dello scorso anno. Tuttavia, rimane incerta la misura in cui i piani dell’opposizione siano stati integrati in quelli elaborati dagli Stati Uniti, lasciando aperte molte domande sul futuro politico del Venezuela e sul ruolo che gli Stati Uniti intendono svolgere in questo contesto complesso.

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