Le tensioni tra Thailandia e Cambogia sono tornate a farsi sentire con forza, a meno di due mesi dalla firma di un accordo di pace. Il 8 dicembre 2025, l’esercito thailandese ha condotto attacchi aerei definiti “di ritorsione” nella zona di confine, provocando un’escalation di violenze che ha già causato diverse vittime. Le autorità di Bangkok hanno giustificato le operazioni aeree come risposta a provocazioni da parte dei militari cambogiani, mentre il governo di Phnom Penh ha respinto tali affermazioni, sostenendo di aver mantenuto un comportamento moderato.
Le cause del conflitto
La situazione tra Thailandia e Cambogia si è deteriorata rapidamente, con il premier thailandese Anutin Charnvirakul che ha dichiarato nullo l’accordo di pace firmato a ottobre, mediato dagli Stati Uniti. Durante una conferenza stampa, Charnvirakul ha affermato: “Niente più negoziati. Se la Cambogia vuole che i combattimenti cessino, dovrà soddisfare le nostre richieste”. La dichiarazione ha sollevato preoccupazioni tra gli osservatori internazionali, che temono un ritorno a un conflitto prolungato.
Le forze armate thailandesi hanno sostenuto che gli attacchi aerei sono stati una risposta a scontri avvenuti nell’area di Chong An Ma, dove un soldato thailandese ha perso la vita. Il portavoce dell’esercito thailandese, Winthai Suvaree, ha affermato che la Cambogia ha bombardato per prima obiettivi militari e civili thailandesi, causando feriti tra le fila dei soldati. Da parte cambogiana, il ministro dell’Informazione Neth Pheaktra ha confermato che almeno quattro civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi aerei thailandesi.
La questione del confine tra i due Paesi, lungo 800 chilometri, è una problematica irrisolta da decenni. L’accordo di pace firmato a ottobre, durante il vertice dell’Asean, sembrava aver aperto la strada a una risoluzione pacifica, ma gli eventi recenti hanno dimostrato la fragilità di tale intesa. Solo un mese dopo la firma, il cessate il fuoco è stato già compromesso a causa di nuovi incidenti al confine.
La reazione internazionale
L’Unione Europea ha espresso preoccupazione per la nuova escalation delle ostilità tra Thailandia e Cambogia. Una portavoce del servizio diplomatico dell’Unione ha dichiarato che l’UE esorta entrambe le nazioni a “esercitare la massima moderazione”. Questo appello giunge in un momento in cui le strade delle province di confine sono affollate da veicoli in fuga, con migliaia di persone che abbandonano le proprie abitazioni a causa del conflitto.
Il servizio diplomatico dell’Unione Europea ha sottolineato l’importanza di tornare alla Dichiarazione congiunta firmata il 26 ottobre e alle misure di rafforzamento della fiducia stabilite in quell’occasione. La situazione attuale rappresenta un grave rischio per la stabilità regionale e per la sicurezza dei cittadini che vivono nelle aree colpite dai combattimenti.
Il conflitto tra Thailandia e Cambogia è un esempio di come le tensioni storiche possano riemergere in situazioni di instabilità. La comunità internazionale continua a monitorare la situazione, sperando che si possa trovare una soluzione pacifica che garantisca la sicurezza e il benessere di entrambe le popolazioni.
