Il 6 dicembre 2025, il mondo della danza e della cultura ha nuovamente rivolto l’attenzione su Gasparo Angiolini, figura di spicco del Settecento italiano, noto per il suo approccio innovativo alla coreografia. Il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Francesco Giambrone, ha sottolineato il coraggio di Angiolini nel dichiararsi “democratico” in un periodo di forte tensione politica, che lo portò a subire arresto, processo e deportazione. Le sue memorie, come ha affermato Giambrone, raccontano storie di libertà , dignità e fedeltà alle proprie idee, evidenziando il potere dell’arte come veicolo di cambiamento.
La vita e l’eredità di Gasparo Angiolini
Gasparo Angiolini, nato a Firenze nel 1731 e scomparso nel 1801, è stato un pioniere della danza in Italia, contribuendo in modo significativo all’evoluzione del balletto. La sua carriera si è sviluppata nelle principali capitali europee, tra cui Milano, Vienna e Pietroburgo, dove ha collaborato con illustri compositori come Gluck e Calzabigi. La sua opera ha sfidato le convenzioni del balletto tradizionale, proponendo una forma di danza che integrava narrazione e espressione emotiva, nota come “balletto d’azione” o “pantomima”.
Tuttavia, la vita di Angiolini non è stata priva di sfide. Tornato a Milano negli ultimi anni della sua esistenza, si è unito agli ideali della Repubblica Cisalpina, un movimento politico che aspirava a promuovere la democrazia e l’uguaglianza. Questa scelta lo ha portato a essere arrestato nel 1799, durante la restaurazione austriaca, e successivamente deportato alle Bocche di Cattaro in Montenegro. La sua storia è un esempio di come l’arte e la politica possano intrecciarsi, con il coreografo che ha pagato un prezzo alto per le sue convinzioni.
Il libro di Lorenzo Tozzi e le memorie di Angiolini
Il recente libro di Lorenzo Tozzi, intitolato “Le memorie di prigionia di un coreografo democratico 1799 – 1801”, pubblicato dalla Zecchini, getta nuova luce sulla vita di Angiolini. Tozzi, esperto di storia della danza, ha dedicato anni alla ricerca delle fonti storiche, recuperando documenti rari, tra cui le 400 carte del processo conservate presso l’Archivio di Stato di Milano. Queste memorie offrono uno spaccato della personalità di Angiolini, rivelando un uomo colto e idealista, profondamente convinto della validità del governo repubblicano.
Tozzi ha spiegato che, sebbene in passato si fosse concentrato maggiormente sull’aspetto artistico della vita di Angiolini, in questa nuova pubblicazione ha voluto approfondire le sue esperienze personali e politiche. Le memorie rivelano un individuo che, nonostante le avversità , ha mantenuto la sua integrità e il suo impegno per la libertà . Le riflessioni di Angiolini, scritte in un momento cruciale della storia italiana, continuano a risuonare, offrendo spunti di riflessione ancora attuali.
Presentazione del volume e riconoscimenti a Gasparo Angiolini
Il libro è stato presentato in due importanti occasioni: nella Sala Stampa della Camera e al Teatro dell’Opera di Roma. Durante la presentazione, Francesco Giambrone ha elogiato il lavoro di Tozzi, sottolineando come abbia restituito voce a un artista che ha vissuto il teatro come un destino. Giambrone ha descritto Angiolini come un innovatore del Settecento europeo, un coreografo e un teorico che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della danza.
Inoltre, il sovrintendente ha evidenziato l’importanza delle memorie di Angiolini, che parlano di libertà e dignità anche in tempi di oppressione. La figura del coreografo emerge non solo come un artista, ma come un uomo che ha affrontato le sfide del suo tempo con coraggio. Per onorare la sua memoria, è stata avviata una sottoscrizione per dedicare una strada a Firenze al grande coreografo, un gesto che testimonia il riconoscimento del suo contributo alla cultura e alla libertà .
