Gaza, avvio della transizione e secondo step del piano di pace di Trump entro Natale

Lorenzo Di Bari

Dicembre 5, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato un piano ambizioso per Gaza, con l’intento di stabilire un nuovo sistema di governance e sicurezza nella regione entro il 19 dicembre 2025. Secondo quanto riportato da Israel Times, la Casa Bianca si prepara a dare il via alla seconda fase del piano di pace, che prevede la sostituzione di Hamas con un’amministrazione alternativa. Questa iniziativa è stata confermata da fonti israeliane, che hanno sottolineato l’urgenza di implementare tali misure.

Il programma di transizione prevede che Trump sveli l’elenco dei Paesi e delle figure chiave che parteciperanno al nuovo meccanismo di sicurezza. Attualmente, sono in corso trattative tra mediatori provenienti da Qatar, Egitto e Turchia e Hamas, il quale continua a opporsi alla cessione del potere a entità esterne e al disarmo. Le tensioni rimangono elevate, con Hamas che resiste a qualsiasi tentativo di trasferire il controllo della regione.

Obiettivi della transizione

La strategia della Casa Bianca mira a stabilire una governance più stabile e sicura per Gaza, un’area che ha vissuto anni di conflitto e instabilità. La creazione di un nuovo meccanismo di sicurezza è vista come un passo cruciale per garantire una pace duratura e prevenire ulteriori violenze. La decisione di spostare il potere da Hamas a una nuova amministrazione è stata accolta con scetticismo da parte di molti, che temono che le trattative possano non portare ai risultati sperati.

Le trattative tra le forze straniere e Hamas sono complicate dalla posizione intransigente del movimento, il quale ha storicamente rifiutato di cedere il controllo e di accettare condizioni imposte dall’esterno. La situazione rimane fragile, e il successo del piano dipenderà dalla capacità di coinvolgere le parti interessate e di trovare un compromesso accettabile per tutti.

Contesto internazionale

La situazione a Gaza è monitorata con attenzione dalla comunità internazionale, che sta seguendo gli sviluppi delle trattative. Gli Stati Uniti, attraverso il loro intervento, cercano di svolgere un ruolo attivo nella risoluzione del conflitto, ma le sfide rimangono numerose. Le tensioni geopolitiche nella regione complicano ulteriormente la situazione, rendendo difficile la creazione di un consenso tra le diverse fazioni.

In questo contesto, la partecipazione di Paesi come Qatar, Egitto e Turchia è fondamentale. Questi Stati hanno storicamente influenzato le dinamiche locali e potrebbero svolgere un ruolo chiave nel facilitare il dialogo tra le parti. Tuttavia, la loro capacità di mediare efficacemente dipenderà dalla volontà di Hamas di accettare un cambiamento significativo nella propria leadership e strategia.

La situazione in Gaza rimane quindi in evoluzione, con il mondo che attende di vedere come si svilupperanno gli eventi nei prossimi giorni e settimane.

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