Nella giornata del 5 dicembre 2025, la genetista Denise Albani ha presentato una relazione cruciale riguardante l’incidente probatorio relativo all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Questo documento, che si sviluppa su oltre novanta pagine, non fornisce risposte definitive, ma piuttosto chiarisce alcuni aspetti della traccia genetica rinvenuta sulle unghie della vittima. L’analisi ha riacceso il dibattito tra le parti coinvolte, in particolare tra i legali di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, e il nuovo indagato, Andrea Sempio.
Analisi del dna
La relazione della dottoressa Albani evidenzia la presenza di un Dna compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio, ma sottolinea che tale risultato non può essere considerato scientificamente attendibile. I commenti dei legali di Stasi e Sempio rivelano posizioni contrastanti, suggerendo che le relazioni presentate possano non coincidere. La genetista ha esaminato in dettaglio i margini ungueali conservati della vittima, specificando che cinque provengono dalla mano destra e quattro dalla sinistra. Tuttavia, non è possibile attribuire con certezza la presenza di Dna maschile a un dito specifico, poiché tutti i campioni sono stati inseriti in un unico contenitore. È importante notare che nel 2007, i Ris di Parma avevano escluso la presenza di materiale biologico sotto le unghie di Chiara Poggi, sostenendo che la vittima non avesse tentato di difendersi.
Critiche alla perizia De Stefano
Nella sua analisi, la dottoressa Albani ha messo in discussione le metodologie utilizzate dal perito Francesco De Stefano, il quale aveva analizzato i margini ungueali nel 2007. Secondo Albani, le tre sessioni di tipizzazione Y effettuate da De Stefano non possono essere considerate affidabili, poiché non hanno prodotto risultati consolidati. La genetista ha sottolineato che le procedure adottate hanno condizionato le valutazioni successive, impedendo di ottenere risultati chiari e interpretabili. È emerso che nel 2014, Sempio non era neppure considerato un sospettato, rendendo ancora più complessa la questione dell’attribuzione delle tracce genetiche.
Osservazioni della genetista
La dottoressa Albani ha concluso che il cromosoma Y non permette l’identificazione di un singolo individuo, poiché le tracce trovate sulle unghie di Chiara Poggi sono riconducibili a “aplotipi misti parziali”. Questi includono un profilo paterno di Andrea Sempio e un altro ignoto. Non è possibile determinare se il materiale biologico sia stato depositato direttamente o attraverso contaminazione e non si può neppure stabilire da quale dito provenga. La mancanza di dati scientifici solidi rende qualsiasi valutazione “suggestiva”, e la genetista ha richiamato l’attenzione sulla possibilità che Sempio possa aver trasferito il suo Dna su un oggetto di casa Poggi.
Compatibilità delle tracce
Un aspetto innovativo della perizia è l’uso di un software specifico, impiegato dalla difesa di Stasi e dai consulenti della Procura di Pavia. Tuttavia, la dottoressa Albani ha criticato le limitazioni di questo approccio, evidenziando l’assenza di un database rappresentativo della popolazione locale. Le probabilità che Sempio o i suoi parenti abbiano contribuito alla traccia trovata sull’unghia di Chiara sono state calcolate come “da moderatamente forte a forte”. Per la traccia sull’unghia sinistra, il supporto è stato definito “moderato”.
Impronte e tracce in casa Poggi
All’esito dell’incidente probatorio, non è emersa alcuna impronta o traccia di Dna di Andrea Sempio. La dottoressa Albani ha dichiarato che, tra i sessanta prelievi effettuati, nessuno ha restituito profili genetici utili per l’identificazione. Le tracce rinvenute sul tappetino del bagno appartengono al padre di Chiara, Giuseppe Poggi. L’analisi di altri oggetti, come un sacchetto di cereali e una cannuccia, ha rivelato il Dna della vittima e un profilo maschile, il quale suggerisce fortemente il coinvolgimento di Alberto Stasi.
