La recente analisi del DNA rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi ha rivelato elementi significativi riguardo al caso che la vede coinvolta. Secondo quanto riportato nella relazione della perita Denise Albani, il DNA è riconducibile alla linea paterna di Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio della ventiseienne di Garlasco. Tuttavia, le conclusioni evidenziano che l’analisi del cromosoma Y non consente di identificare un singolo soggetto.
Il 4 dicembre 2025, alle 12:24, è stata divulgata la notizia che ha suscitato l’interesse degli inquirenti e dell’opinione pubblica. La perizia, che si estende su oltre 90 pagine, è stata redatta in seguito all’incidente probatorio e ha portato alla luce dettagli cruciali riguardanti l’analisi delle tracce genetiche.
Il contenuto della perizia
La genetista ha sottolineato che i risultati ottenuti dall’analisi delle tracce genetiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi possono essere statisticamente associati ad Andrea Sempio, con una compatibilità che varia da “moderata” a “forte”. In particolare, la traccia più significativa è stata rinvenuta sul mignolo della mano destra della vittima. Tuttavia, la perita ha messo in guardia riguardo alla natura parziale e non consolidata dei dati, derivanti da un aplotipo Y misto. Il metodo d’analisi utilizzato dal precedente perito, Francesco De Stefano, non ha garantito risultati definitivi.
Un altro aspetto importante è che non è possibile determinare con certezza se il DNA provenga da materiale biologico depositato sotto o sopra le unghie di Chiara Poggi, né sono chiare le modalità con cui è avvenuta la deposizione. La perita ha evidenziato l’incertezza riguardo alla contaminazione, al trasferimento diretto o indiretto del materiale biologico.
Possibilità di contaminazione
L’analisi del DNA parziale presenta “rilevanti criticità”, secondo quanto affermato dalla perita. Non esiste rigore scientifico nei risultati, e ripetere l’esame non garantisce la stessa evidenza. Non è chiaro da quale unghia provenga il campione né se la traccia genetica fosse sopra o sotto le unghie. La tecnica di estrazione ha comportato un lavaggio che ha potuto influenzare i risultati.
Inoltre, la perita ha sottolineato che non è possibile stabilire né il momento né le modalità di deposito del materiale biologico. Queste incertezze rendono difficile formulare ipotesi definitive riguardo alla presenza del DNA.
Criticità nella raccolta dei dati
La relazione mette in evidenza “rilevanti criticità” legate al DNA maschile trovato sulle unghie di Chiara Poggi. Non è possibile rispondere in modo valido a domande fondamentali come “Come”, “Quando” e “Perché” il materiale biologico è stato depositato. Le indicazioni di contaminazione ambientale o di trasferimento diretto rimangono suggestive, ma senza un contesto informativo più ampio e dati scientifici solidi, non possono essere considerate definitive.
La perita Denise Albani ha concluso che, in assenza di dati sulla concentrazione del DNA e avendo il professor De Stefano impostato le sessioni analitiche in modo non standardizzato, non è possibile considerare i risultati come repliche affidabili. Queste informazioni evidenziano la complessità del caso e la necessità di ulteriori approfondimenti scientifici e investigativi per fare chiarezza.
