Ue, Vannacci: “L’ideologia di genere mira a minare le fondamenta della società occidentale”

Franco Fogli

Dicembre 3, 2025

Secondo un recente studio condotto da un’organizzazione americana nel campo dei diritti transgender, riportato da Pro Vita, emerge che su un campione di 64.000 individui, il 9% si identifica come detransitioner. Questa informazione è stata al centro di un incontro organizzato il 3 dicembre 2025, presso il Parlamento europeo, dall’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, in collaborazione con Pro Vita e Famiglia.

Il dibattito sull’identità di genere e le sue implicazioni

Durante l’incontro, Vannacci ha espresso preoccupazioni riguardo a una presunta “ideologia dogmatica” che, a suo avviso, non mira solo a modificare la percezione individuale del genere e della biologia, ma ha l’obiettivo più ampio di minare le fondamenta della società occidentale. L’eurodeputato ha sottolineato che il fenomeno della transizione di genere tra i giovani è un tema di grande rilevanza sociale, con implicazioni che vanno oltre il singolo individuo.

Il dato riportato da Pro Vita, che evidenzia come il 9% delle persone in transizione si dichiari detransitioner, alimenta un dibattito già acceso. In particolare, si fa riferimento alla Cass Review nel Regno Unito, che ha messo in discussione il cosiddetto “approccio affermativo”. Questo approccio prevede che ogni disagio manifestato da un minore venga immediatamente interpretato come un segnale per avviare un percorso medico di cambio di sesso. Vannacci ha dichiarato di essere “sconvolto” dai finanziamenti destinati a chi promuove tali ideologie, esprimendo timori riguardo alle conseguenze di queste pratiche sulla società.

Le conseguenze delle politiche di genere

Le affermazioni di Vannacci si inseriscono in un contesto di crescente attenzione verso le politiche di genere e le loro implicazioni. La discussione si concentra non solo sulle scelte individuali, ma anche sull’impatto che tali scelte possono avere sulla comunità e sulla società nel suo complesso. L’eurodeputato ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un dibattito aperto e informato, che consideri tutte le sfaccettature del tema.

Inoltre, è fondamentale considerare le esperienze di coloro che hanno intrapreso un percorso di transizione e successivamente hanno deciso di tornare indietro. La questione della detransizione solleva interrogativi importanti riguardo al supporto psicologico e medico fornito durante il processo di transizione, nonché sull’adeguatezza delle politiche attuali.

L’incontro al Parlamento europeo ha rappresentato un’opportunità per discutere queste tematiche, cercando di trovare un equilibrio tra il rispetto delle identità individuali e la protezione dei più giovani da decisioni affrettate o non informate. Vannacci ha concluso il suo intervento esprimendo la necessità di un approccio più critico e consapevole nei confronti delle politiche di genere, sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo e inclusivo.

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