Decine di petroliere appartenenti alle flotte fantasma di Russia e Iran utilizzano la registrazione alle Isole Cook per eludere le sanzioni internazionali e occultare traffici di petrolio illegali. Questo fenomeno, emerso da un’inchiesta condotta dall’agenzia AFP, mette in luce come queste navi, gestite da armatori stranieri privi di legami diretti con l’arcipelago del Pacifico, abbiano scelto un piccolo ufficio vicino a una pizzeria come loro sede ufficiale.
Il contesto delle flotte fantasma
Il 3 dicembre 2025, è stato rivelato che secondo i dati statunitensi, circa 20 petroliere registrate alle Isole Cook sono sospettate di aver trasportato carburante proveniente da Russia e Iran tra il 2024 e il 2025. Un database britannico ha identificato ulteriori 14 navi operanti nello stesso periodo. Queste imbarcazioni sono coinvolte in trasferimenti di carico “ship-to-ship” in mare aperto e spengono i transponder per evitare di essere tracciate. La Nuova Zelanda, principale partner diplomatico dell’arcipelago, ha descritto la situazione come “allarmante ed esasperante”, criticando la gestione del registro navale e sottolineando che la mancanza di controlli ostacola gli sforzi internazionali per attuare le sanzioni contro Mosca e Teheran.
La posizione della società marittima
Maritime Cook Islands, la società privata che gestisce il registro navale per conto del governo locale, ha dichiarato di cancellare prontamente qualsiasi nave sospetta e di disporre di sistemi di monitoraggio “efficaci”. Tuttavia, gli esperti avvertono che le flotte fantasma di Iran e Russia sfruttano bandiere di comodo in paesi con controlli più permissivi, consentendo loro di movimentare milioni di barili di petrolio al di fuori dei circuiti ufficiali. Negli ultimi cinque anni, l’arcipelago ha visto un aumento del 400% delle entrate derivanti dai diritti di navigazione, diventando così un punto di riferimento per queste operazioni.
Il caso della petroliera Eagle S
Un caso emblematico è quello della petroliera Eagle S, sospettata di far parte della flotta fantasma russa. Questa nave è stata accusata di aver danneggiato cinque cavi sottomarini nel Mar Baltico a causa di un’ancora trascinata. Le autorità finlandesi hanno dichiarato di non avere giurisdizione, poiché la competenza spetta allo Stato di bandiera o al paese d’origine dell’equipaggio, evidenziando l’assenza di meccanismi internazionali per far rispettare le norme. Gli analisti avvertono che questa rete non rappresenta solo un problema commerciale, ma anche un rischio ambientale e di sicurezza. Le navi coinvolte, spesso vecchie e scarsamente manutenute, contribuiscono a un panorama in cui la flotta fantasma continua a espandersi, approfittando di registri più permissivi come quello delle Isole Cook.
