Inchiesta sulla corruzione: arrestato Totò Cuffaro per reati contestati

Lorenzo Di Bari

Dicembre 3, 2025

L’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, è stato posto agli arresti domiciliari senza braccialetto elettronico, come stabilito dal giudice per le indagini preliminari (gip) di Palermo il 3 dicembre 2025. Questa decisione arriva a due settimane dall’interrogatorio preventivo, in cui Cuffaro è stato indagato insieme a un gruppo di 17 persone per reati gravi, tra cui associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. La richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Palermo è stata accolta dal gip, il quale ha ritenuto sufficiente la misura cautelare degli arresti domiciliari per garantire le esigenze della giustizia.

Dettagli dell’ordinanza cautelare

Il giudice ha deciso di non applicare il braccialetto elettronico a Cuffaro, motivando la scelta con l’assenza di particolari esigenze che giustificherebbero un monitoraggio costante. Tuttavia, l’ordinanza stabilisce un “assoluto divieto di comunicazione”, impedendo qualsiasi contatto tra Cuffaro e altri coindagati, nonché con soggetti terzi, inclusi funzionari pubblici e imprenditori. Questa misura è stata pensata per evitare collusioni o tentativi di influenzare le indagini in corso.

Nel contesto di questa indagine, il gip ha invece respinto la richiesta di arresti domiciliari per il deputato Saverio Romano, appartenente al partito Noi Moderati. Romano, ascoltato durante l’interrogatorio preventivo, ha negato tutte le accuse formulate contro di lui. La decisione del giudice riflette la complessità delle indagini e il delicato equilibrio tra le esigenze cautelari e i diritti degli indagati.

Il contesto dell’indagine

Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, si trova al centro di un’inchiesta che ha suscitato notevole attenzione mediatica. L’indagine ha portato alla luce un presunto sistema di corruzione legato agli appalti pubblici in Sicilia. Cuffaro ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee, contribuendo così al chiarimento della sua posizione. Gli indagati coinvolti nel caso sono in tutto diciotto, tra cui anche Saverio Romano.

In un altro sviluppo significativo, nei giorni precedenti all’udienza, i carabinieri del Ros hanno sequestrato a Cuffaro la somma di 80 mila euro in contanti, trovata durante le perquisizioni effettuate. Questo episodio ha ulteriormente alimentato le speculazioni riguardo la natura delle attività illecite di cui l’ex presidente è accusato.

Prossimi passi e reazioni

La situazione di Cuffaro e degli altri indagati rimane in continua evoluzione. Con il rigetto della richiesta di arresti domiciliari per Romano, la Procura di Palermo potrebbe decidere di presentare ulteriori richieste o di modificare le strategie d’indagine in base agli sviluppi futuri. La decisione del gip di Palermo di non applicare il braccialetto elettronico a Cuffaro è stata accolta con interesse, poiché potrebbe influenzare il corso delle indagini e le dinamiche tra gli indagati.

Le prossime udienze e le eventuali nuove testimonianze potrebbero rivelarsi cruciali per la risoluzione del caso. Il monitoraggio della situazione da parte della stampa e dell’opinione pubblica rimane elevato, considerando l’importanza del tema della corruzione in Sicilia e le implicazioni politiche e sociali che ne derivano.

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