Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, nella quale ha discusso i recenti sviluppi della Nazionale italiana di calcio. Gravina ha confermato che Roberto Mancini ha manifestato il desiderio di tornare alla guida della squadra, dichiarando: “Ci ho parlato. Aveva dato la sua ampia disponibilità”. L’intervista, pubblicata il 3 dicembre 2025, ha messo in luce le sfide che la Nazionale sta affrontando in vista dei Mondiali del 2026.
Gravina e l’esonero di Spalletti
Gabriele Gravina ha affrontato anche il tema dell’esonero di Luciano Spalletti. Riguardo alla tempistica della decisione, ha affermato: “Io non l’avrei mandato via neanche dopo la partita contro la Norvegia“. Gravina ha partecipato alla conferenza stampa in cui Spalletti ha annunciato il suo esonero, ma non ha potuto intervenire a causa della natura dell’evento. Ha rivelato che esisteva un accordo per comunicare la risoluzione congiuntamente, ma Spalletti ha anticipato i tempi, mostrando visibilmente la sua frustrazione. “È stata una reazione da italiano vero”, ha commentato Gravina, sottolineando la passione che caratterizza il calcio italiano.
Gravina: “Mondiali obiettivo alla portata”
Il presidente della Figc ha espresso fiducia per la qualificazione agli imminenti Mondiali, affermando: “A chi mi dice ‘vai a lavorare’ rispondo: se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali? Se avessi questa certezza, sarei il primo a farmi da parte”. Gravina ha ribadito la sua serenità riguardo al suo ruolo, ma ha anche riconosciuto che, qualora la Nazionale non si qualificasse, sarebbe necessario riflettere sulla sua posizione. Riguardo alle possibilità di partecipazione, ha dichiarato: “Il mio ottimismo poggia su basi concrete, reali”, evidenziando la necessità di affrontare le sfide con determinazione. Ha esortato tutti a impegnarsi per raggiungere l’obiettivo di andare in America la prossima estate.
Gravina e la riforma dei campionati
Infine, Gravina ha discusso la necessità di una riforma radicale dei campionati italiani. Ha messo in evidenza la disparità tra il numero di società professionistiche in Italia e in Inghilterra, dove ci sono solo due livelli di professionismo. “Il turnover nella nostra Serie B surriscalda il sistema e lo indebita”, ha affermato Gravina, sottolineando l’importanza di un approccio collaborativo tra le leghe per affrontare queste problematiche. Ha concluso dicendo che il dibattito non può limitarsi a una semplice questione di “Serie A a 18 sì o no”. La riforma deve essere vista come un’opportunità per migliorare il calcio italiano nel suo complesso.
