Cultura inclusiva per persone con disabilità intellettiva: continua l’impegno del Fai

Franco Fogli

Dicembre 3, 2025

Il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) continua a perseguire il suo obiettivo di rendere il patrimonio culturale, artistico e paesaggistico accessibile a un pubblico sempre più ampio. Questa iniziativa è particolarmente significativa per le persone con disabilità intellettive, poiché l’accesso alla cultura rappresenta un’opportunità unica per esplorare nuove modalità di comunicazione e per connettersi con le proprie emozioni. Questi aspetti sono emersi da un’indagine condotta da IQVIA su un campione di circa 1.200 individui, tra cui membri della popolazione generale, caregiver e professionisti del settore, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, celebrata il 3 dicembre 2025.

Il ruolo del fai nell’accessibilità culturale

L’indagine si inserisce nell’impegno del FAI, che si è dedicato a rendere il patrimonio storico e culturale accessibile, promuovendo la partecipazione attiva delle persone alla vita culturale. Questo lavoro si allinea con l’articolo 30 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Il FAI ha avviato diversi progetti in collaborazione con enti e associazioni locali, con l’obiettivo di abbattere le barriere sensoriali e cognitive, creando esperienze di visita sempre più inclusive. Tra le iniziative di maggior rilievo, il progetto “Museo per tutti”, sviluppato dall’associazione L’abilità Onlus con il supporto dell’azienda Viatris, rappresenta un modello di accessibilità culturale. Dal 2016, ben 16 beni del FAI si sono uniti a questa rete, contribuendo a rendere il patrimonio culturale più fruibile per le persone con disabilità intellettive e i loro caregiver.

Risultati dell’indagine sull’accesso alla cultura

La survey, presentata il 3 dicembre 2025, è stata condotta tra marzo e aprile dello stesso anno, con la consulenza dell’associazione L’abilità, che ha collaborato alla progettazione della ricerca e alla selezione di caregiver e operatori. I risultati indicano che caregiver e operatori considerano essenziale l’accesso alla cultura per la crescita delle persone con disabilità intellettive. Gli intervistati hanno evidenziato alcune azioni necessarie per rendere i luoghi di cultura più inclusivi, come la formazione del personale, la disponibilità di materiale informativo facilitato e la creazione di percorsi dedicati. Tuttavia, l’indagine ha anche rivelato una scarsa conoscenza delle disabilità intellettive: il 54% della popolazione intervistata non ne era consapevole, evidenziando la necessità di progetti mirati per migliorare l’inclusione e la sensibilizzazione.

Differenze nelle percezioni del benessere

L’indagine ha esaminato anche le percezioni relative ai fattori chiave per il benessere e la qualità della vita, come istruzione, crescita professionale e attività culturali. Tra la popolazione generale, l’istruzione è considerata l’aspetto più rilevante per il benessere (68%), seguita dalla crescita professionale (57%). Solo il 31% degli intervistati ha indicato le attività culturali, come le visite a mostre e musei, come centrali per una vita soddisfacente. Questo dato cambia significativamente quando gli operatori e i caregiver sono interpellati: il 67% e il 70% di loro attribuiscono grande valore alle attività culturali, evidenziando un divario nelle percezioni. La consapevolezza dell’importanza del patrimonio culturale è diffusa, ma la sua fruibilità è percepita come limitata. Il 23% della popolazione generale considera il patrimonio poco accessibile, ma questa percentuale sale al 71% tra i caregiver e al 74% tra gli operatori.

Le sfide dell’inclusività culturale

Carlo Riva, direttore dei servizi di L’abilità Onlus e ideatore del progetto “Museo per tutti”, ha sottolineato che la disabilità intellettiva riguarda la capacità di comprendere informazioni complesse e comunicare bisogni ed emozioni. Nonostante i progressi, le visite culturali risultano spesso difficoltose per le persone con disabilità, con caregiver che segnalano esperienze solitarie e prive di strumenti adeguati. Durante le visite, il 58% della popolazione generale si sente soddisfatta, mentre il 32% dei caregiver riporta sensazioni negative, legate a disagio e mancanza di supporto. La frequenza delle visite è bassa: il 40% della popolazione generale non visita mai mostre e musei, percentuale che sale al 55% tra i caregiver e al 57% tra gli operatori. Le motivazioni variano, con il pubblico generale che cita la mancanza di tempo e costi, mentre caregiver e operatori evidenziano la complessità organizzativa e la carenza di informazioni adeguate.

Prospettive future per l’accessibilità culturale

Il mondo della cultura si mostra parzialmente pronto ad accogliere le persone con disabilità. Sebbene siano stati fatti progressi, emergono aree di miglioramento per rendere l’ambiente più inclusivo. È fondamentale modulare le offerte culturali in base alle diverse sensibilità e linguaggi artistici. Strumenti come personale formato, laboratori educativi inclusivi e materiali informativi semplificati sono considerati essenziali da caregiver e operatori. Queste indicazioni confermano la validità del progetto “Museo per tutti”, che mira a promuovere l’inclusività e l’accessibilità culturale. Davide Usai, Direttore Generale del FAI, ha sottolineato l’importanza di comprendere le esigenze delle persone per migliorare l’organizzazione delle visite e garantire un accesso agevole ai beni del FAI. Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris Italia, ha confermato l’impegno dell’azienda nel supportare l’accesso alla cultura, sottolineando la necessità di creare comunità sane e inclusive.

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