Salute: la testimonianza della paziente sulla diagnosi di sclerosi multipla in gravidanza

Lorenzo Di Bari

Dicembre 1, 2025

La serata del 1 dicembre 2025 ha visto Milano ospitare la Charity Dinner organizzata dall’AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Durante l’evento, Linda, una delle oltre 144.000 persone affette da sclerosi multipla in Italia, ha condiviso la sua toccante testimonianza, sottolineando i progressi della ricerca in questo campo. Le sue parole hanno risuonato nel cuore dei partecipanti, mentre raccontava il suo percorso di vita e la speranza per un futuro migliore.

Il racconto di Linda

Linda ha aperto il suo intervento ricordando il momento della diagnosi, avvenuta molti anni fa. “Al momento della diagnosi, qualcun altro ne era già a conoscenza, qualcuno che era nel mio grembo e lo stava abitando da meno di 90 giorni: mia figlia“, ha dichiarato. Le parole della diagnosi sono state per lei un colpo devastante, un insieme di termini spaventosi e incomprensibili. Ha descritto come il suo corpo avrebbe compreso la gravità della situazione solo molti anni dopo, mentre sentiva parti di sé scivolare via, lentamente e inesorabilmente.

Linda ha voluto trasmettere un messaggio di speranza, affermando che, nonostante le sfide quotidiane, ha ritrovato la fiducia nel futuro. “Oggi, tanti anni dopo quel giorno, la ricerca è andata molto avanti”, ha affermato, evidenziando i progressi grazie al lavoro di ricercatori, scienziati e neurologi. Ha sottolineato che la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla è migliorata notevolmente, ma ha anche avvertito che non basta. “Dobbiamo arrivare a cancellare definitivamente quelle due parole”, ha esortato, riferendosi alla diagnosi di sclerosi multipla. Ha messo in evidenza la gravità della situazione, ricordando che ogni tre ore viene fatta una nuova diagnosi.

Un futuro di speranza

Durante il suo intervento, Linda ha citato Anton Cechov, prendendo ispirazione dallo ‘Zio Vanja‘: “Vivremo una lunga serie di giorni, di lunghe serate; sopporteremo con pazienza le prove che il destino ci manderà”. Con queste parole, ha voluto esprimere la determinazione e la resilienza delle persone colpite da questa malattia. Ha affermato con convinzione che la cura definitiva verrà trovata, anche se lei potrebbe non essere in grado di vederla. “Tra 5, 10, 20 anni si troverà”, ha affermato, con la certezza che le generazioni future non dovranno più temere la sclerosi multipla.

Linda ha concluso il suo discorso invitando tutti a contribuire alla ricerca. Ha parlato del progetto NeuroBrite Research Center, promosso dall’AISM e dalla sua Fondazione, un’iniziativa che punta a creare un ambiente dove la riabilitazione non sia solo un trattamento, ma una vera e propria speranza. Ha esortato i partecipanti a donare per sostenere questa causa, sottolineando che ogni contributo può fare la differenza nella vita di chi vive con la sclerosi multipla.

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