Una tempesta mediatica si è scatenata dopo le dichiarazioni della relatrice speciale dell’Onu, Francesca Albanese, in seguito all’irruzione avvenuta il 28 novembre 2025 nella redazione del quotidiano La Stampa a Torino. L’episodio di violenza ha portato all’identificazione di trent quattro individui, denunciati dalle forze dell’ordine per il loro coinvolgimento durante le manifestazioni in occasione dello sciopero generale. Durante un evento a Roma intitolato “Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia”, Albanese ha condannato l’attacco, definendolo un “monito per la stampa”.
Le parole della relatrice hanno suscitato reazioni forti e contrastanti nel panorama politico italiano. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso il suo disappunto attraverso i social media, sottolineando la gravità di un episodio di violenza contro una redazione giornalistica. Meloni ha affermato: “È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa”. Ha ribadito che la libertà di stampa è un elemento fondamentale della democrazia e deve essere sempre difesa.
Le reazioni alle parole di Albanese
Le affermazioni di Francesca Albanese hanno attirato critiche da vari esponenti politici. Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha definito le sue parole “sconcertanti”, affermando che insinuare che le vittime della violenza possano in qualche modo meritare quanto accaduto è inaccettabile. Ciriani ha anche messo in discussione l’integrità professionale dei giornalisti, sottolineando che tali insinuazioni danneggiano un principio fondamentale della democrazia: la libertà di stampa. Ha fatto riferimento al premio ricevuto da Albanese pochi giorni prima, auspicando una condanna delle sue dichiarazioni da parte della fondazione che l’ha premiata.
Anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha espresso il suo disappunto, chiedendosi quando Albanese verrà rimossa dai suoi incarichi. Ha descritto le sue affermazioni come incommentabili e ha messo in dubbio la sua posizione, evidenziando la contraddizione tra la sua condanna degli atti di violenza e il suo commento che li definisce un monito per i giornalisti. Carlo Calenda, leader di Azione, ha aggiunto che la violenza non deve mai essere giustificata e ha invitato Albanese a riflettere sulla gravità delle sue parole.
Il post di Albanese
Francesca Albanese ha poi cercato di chiarire la sua posizione con un post su Facebook, nel quale ha ribadito la sua condanna per gli attacchi alla redazione de La Stampa, esprimendo solidarietà al personale coinvolto. Ha riconosciuto la rabbia verso un sistema mediatico che, a suo avviso, distorce la realtà, ma ha sottolineato che la violenza non è mai una soluzione. Albanese ha invitato a resistere all’oppressione, richiamando il concetto di “Sumud”, ovvero la resilienza del popolo palestinese.
Le sue dichiarazioni continuano a sollevare polemiche e a dividere l’opinione pubblica, mentre il dibattito sulla libertà di stampa e sulla responsabilità dei media rimane aperto nel contesto attuale.
